Caro Diario (25 anni dopo)

Il vespino di Nanni gira da padrone negli stessi luoghi in cui di solito si è schiavi dei deliri collettivi altrui (traffico, shopping, file burocratiche).

Alcune settimane fa La7 ha trasmesso in prima serata il film Caro Diario, a 25 anni di distanza dalla prima uscita cinematografica. Un appuntamento imperdibile per chi ama il cinema di Nanni Moretti. Ma anche un’occasione per rivedere Roma com’era nei primi anni Novanta. Il primo episodio del film, intitolato “In vespa”, è un pezzo di storia del cinema italiano. Il protagonista Giovanni (Nanni Moretti che interpreta sé stesso) gira in vespa, in pieno agosto, tra Garbatella, Gianicolo, Ponte Flaminio, piazza Mazzini, Porta Ardeatina, diversi tratti del Lungotevere. A un certo punto dice “andiamo a vedere com’è Spinaceto”, allora considerata estrema periferia, oggi tristemente inglobata nel tessuto urbano. Toccante l’omaggio a Pier Paolo Pasolini, con la visita all’Idroscalo di Ostia e al monumento del Poeta (oggi inaccessibile).

Il vespino di Nanni gira da padrone negli stessi luoghi in cui di solito si è schiavi dei deliri collettivi altrui (traffico, shopping, file burocratiche). Nanni ritrova lo splendore di un palazzo, il disegno di un parco, certi suoni inascoltabili nel caos. Uno degli esercizi più noti nel film è l’ascolto dei propri passi durante una passeggiata: normale fino a qualche decennio fa, piacere oggi impedito da un continuo frastuono, dall’alba fino a notte fonda.

Sorge spontanea una domanda: al di là del comprensibile elemento nostalgico (per un’Italia “lenta”, che non esiste più) la notizia è di qualche interesse per i lettori del 2019? Ebbene, rivedere la Roma dei primi anni Novanta, oggi, significa riscoprire una città curata, sostanzialmente pulita, con i cassonetti ben chiusi e non ridotti a discariche, dove le buche non si aprono ogni due metri, in cui le strade appaiono regolarmente asfaltate e i bordi delle stesse non sono ricoperte di immondizia e le alberature non sono affatto disastrate. Anche la zona dell’Idroscalo di Ostia, rispetto a oggi, presenta un aspetto accettabile.

Dunque un under 30 che vedesse oggi Caro Diario scoprirebbe (forse con una certa sorpresa) che in tempi non lontanissimi Roma è stata una città “normale”, vivibile, al netto di tutta la letteratura sulla “Grande Bellezza”. Abbiamo vissuto in una Capitale come ce ne sono tante altre in Europa e ce ne ricordiamo soltanto adesso, rivedendola grazie a un film ormai storico. Il disastro urbano riguarda l’oggi, non è stato una costante perenne della nostra città. E’ la prova che Roma, nonostante tutto, non ha un oscuro destino che la attende. Basterebbe amministrarla bene, con professionalità e capacità. Basterebbe.