Centro, ora serve il salto di qualità. Basta con i vaniloqui e le manifestazioni oniriche.

Bisogna riconoscere con realismo, seppure con una punta di amarezza, che le varie iniziative “neo-centriste” hanno scontato finora un tasso troppo alto di superficialità e inconcludenza. Talvolta si cade nel vaniloquio. Esiste tuttavia una volontà diffusa che muove dalla esigenza di una politica di centro, dando perciò nuova linfa alla domanda di un partito adeguato a rappresentare questa volontà. Se non ora, quando?

Bisogna riconoscere con realismo, seppure con una punta di amarezza, che le varie iniziative neo-centristehanno scontato finora un tasso troppo alto di superficialità e inconcludenza. Talvolta si cade nel vaniloquio. Esiste tuttavia una volontà diffusa che  muove dalla esigenza di una politica di centro, dando perciò nuova linfa alla domanda di un partito adeguato a rappresentare questa volontà. Se non ora, quando?  

Quando si parla di centro, di partito di centroe di una politica di centro, una sola cosa è quasi scientificamente certa. E cioè, le innumerevoli sigle – o presunti partiti o movimenti politici che sono decollati allinterno di questarea – che nascono a grappoli sono elettoralmente del tutto insignificanti e politicamente puramente testimoniali. Salvo per i vari promotori delle medesime, com’è giusto e comprensibile che sia.

Ma perchè sono elettoralmente insignificanti e politicamente testimoniali? Per un motivo che ormai conosciamo da circa 20 anni. Ovvero, si tratta appunto di sigle che, di norma, riflettono la sacrosanta e giustificata voglia di protagonismo dei singoli promotori delliniziativa e che sono destinate – almeno così è stato per quattro lunghi lustri – a scontrarsi prima o poi con la realtà. Cioè con le dinamiche concrete della politica e con le incombenze politiche, organizzative, finanziarie e gestionali che il decollo di un partito richiede e quasi impone.

Certo, nessuno – com’è altrettanto ovvio e scontato – mette in discussione la buona volontà e la passione dei singoli promotori di queste svariate, molteplici e sempre più numerose sigle politico ed elettorali. Ma la notizia principale di queste innumerevoli sigle, di norma, non è il percorso concreto e il progetto politico che le caratterizza. No, la notizia è solo quando nascono perchè si dà già per scontato che cammin facendo lepilogo è già scritto e, di conseguenza, dopo un certo periodo tramontano a vantaggio di altre e la ruota instancabilmente continua a girare.

Ora, senza indugiare ulteriormente su queste sigle virtuali, quello che merita di essere ricordato e approfondito è che ormai ci sono tutte le condizioni politiche, culturali, programmatiche e forse anche ambientali affinchè una politica di centroseria ed autentica decolli attraverso un soggetto politico organizzato. Certo, com’è altrettanto ovvio, superando le centinaia di sigle virtuali che campeggiano qua e là nel panorama politico ed associativo italiano. Prevalentemente nellarea cattolico popolare, cattolico sociale e cattolico democratica. Ci sono anche le condizioni ambientali perchè il seppur lento ma ormai irreversibile declino della spinta populista, demagogica, anti politica, giustizialista, manettara e antiparlamentare dei 5 stelle spinge inesorabilmente ad un recupero di quelle categorie che da sempre qualificano e caratterizzano una politica con la P maiuscola. Ovvero, partiti politici organizzati e democratici, importanza delle culture potliiche, ricetta riformista, cultura della mediazione, senso dello Stato, rispetto delle istituzioni democratiche, rifiuto della radicalizzazione della lotta politica e, soprattutto, competenza della classe politica ed amministrativa.

Ecco, appunto, elementi esterni, estranei e incompatibili con la cultura, la politica, la strategia e limpostazione del movimento 5 stelle. Altrochè perseguire e costruire, come pensa il prode Letta, una alleanza storica, organica e addirittura strutturale con un partito del genere.

Ma per tornare al centro adesso, però, serve un colpo dala. O meglio, uno scatto in avanti. Occorre lavorare alacremente e convintamente per costruire e consolidare in vista delle prossime elezioni politiche un soggetto politico reale, e non virtuale o puramente testimoniale, capace di interpretate e di declinare una vera politica di centroin un altrettanto vero partito di centro. Questo è limpegno concreto, adesso, a cui nessuno di noi può sottrarsi nel momento storico che stiamo vivendo. E quindi, riunificare – chi è disponibile e convinto, come ovvio – le centinaia di sigle che sono nate sullonda della passione e della buona volontà dei vari proponenti, allargare il campoad altre culture e altre esperienze che si riconoscono, comunque sia, in una politica di centroe, soprattutto, individuare un federatoreche sia il punto di riferimento politico di questa galassia. Non un capo, come ovvio, ma un leader che riassuma questa tensione culturale e questa progettualità politica in una organizzazione democratica, plurale, riformista e moderna.

Questo, a mio avviso e non solo, è la vera priorità in questa fase politica per tutti coloro che credono ancora che la politica italiana non possa essere gestita e padroneggiata dai vari populisti sparsi e presenti tanto a destra quanto, e soprattutto, a sinistra. Verrebbe da dire, scherzando, se non ora quando?