C’è un ritornello, del tutto fuori luogo – dice Merlo – che si può sintetizzare con uno slogan: ovvero, senza un sistema rigorosamente proporzionale non ci potrà essere una forza di centro. Un’affermazione certamente legittima ma del tutto priva di fondamento.

Il “centro” sarà presente nella ormai prossima consultazione elettorale. O attraverso la “federazione” di tutti quei movimenti, soggetti politici e partiti che non si riconoscono nell’attuale bipolarismo selvaggio, o con una forza politica che sia in grado di superare tranquillamente lo sbarramento che ci sarà. Su quest’ultimo punto è persin inutile soffermarsi perchè è un semplice dettaglio tecnico/procedurale, anche se appassiona i dietrologi e i ricercatori di scoop giornalisti. Quello che conta rilevare è, al contrario, il progetto politico e la necessità di riavere una formazione di centro nella cittadella pubblica italiana. Che è ormai nei fatti.

Sotto questo versante c’è un ritornello, del tutto fuori luogo a mio parere, che si può sintetizzare con uno slogan: ovvero, senza un sistema rigorosamente proporzionale non ci potrà essere una forza di centro. Un’affermazione certamente legittima ma del tutto priva di fondamento. Almeno nell’attuale contesto politico italiano. E questo per una semplice ragione. E cioè, in un sistema strutturalmente proporzionale sarebbero proprio le forze di centro ad uscirne più malconce perchè il voto inesorabilmente si polarizzerebbe attorno alle forze politiche più forti, più strutturate e più visibili. E, di conseguenza, anche se dovesse restare questo singolare ed anacronistico sistema elettorale denominato ‘rosatellum’, le forze di centro sarebbero ugualmente decisive. Almeno per quanto riguarda la quota maggioritaria potendo, di conseguenza, correre tranquillamente nella quota proporzionale che rappresenta i 2/3 della intera rappresentanza parlamentare.

Ho voluto ricordare questa semplice e banale considerazione per rimuovere una preoccupazione che, oggi e non ieri, è del tutto infondata. Perchè oggi – come ovvio e scontato – non ci troviamo nè nella condizione di inizio ‘900 dove la forza di un partito di centro era attesa da larghi strati del popolo italiano; nè dopo la seconda guerra mondiale che ha visto la presenza di un partito di centro massiccio, radicato nei territori e con una straordinaria classe dirigente e nè, tantomeno, in un contesto come quello che ha segnato l’avvio della cosiddetta seconda repubblica. Oggi, di fronte ad un “bipolarismo selvaggio” ma comunque ancora imperante, la forza di una proposta di centro è sempre più necessaria ed indispensabile ma non è legata esclusivamente ad un sistema elettorale. Quello è certamente importante ma è del tutto secondario ai fini del successo stesso di una “politica di centro”.

Ecco perchè, allora, è fondamentale nonchè decisivo soffermarsi adesso attorno al progetto di un “centro” politico, riformista, democratico, plurale e di governo. Tutto il resto è secondario, anche lo stesso sistema elettorale. Che, detto fra di noi, quasi sicuramente resterà quello attuale per comprensibili e svariate motivazioni dettate esclusivamente da ragioni tattiche e di mera convenienza politica ed elettorale. Anche perchè le varie proposte di modifica in campo non hanno nulla a che vedere con le ragioni profonde del nostro sistema politico e democratico ma solo e soltanto per motivazioni di pura convenienza di partito. E in un clima come quello contemporaneo, dominato dalla inaffidabilità reciproca tra le varie forze politiche in campo e senza una strategia che vada oltre una manciata di mesi, è praticamente impossibile modificare le regole del gioco.

Per questa semplice ragione è bene, adesso, non fare confusione e non alimentare facili illusioni del tutto prive di fondamento.