Non appena si cita un candidato nasce un vespaio; se in serbo se ne ha un altro, apriti cielo; un terzo è meglio non sfiorarlo, potrebbe essere fulminato all’istante.

A un passo dal traguardo, domani (oggi per chi legge, ndr) è altamente probabile che il Parlamento si decida una buona volta, a chiudere la partita. Diventerebbe particolarmente ridicolo che protraessero i giochi oltre il limite di questa settimana e scomodassero, questi poveri elettori, a starsene a Roma anche il sabato e la domenica. Quindi, prevedo che durante queste ore siano tutti inclini a far le valige per domani.

Questa vicenda mette a nudo come sia complessa la politica. Non può mai essere scordato il buon senso, viene sempre convocata una buona dose di razionalità, ma tra i piedi c’è sempre una smisurata quantità di passione, di intrighi, di gelosie ed invidie e la coda non può mai mancare della più feroce irrazionalità. Bisogna fare i conti con tutto questo. Non appena si cita un candidato nasce un vespaio; se in serbo se ne ha un altro, apriti cielo; un terzo è meglio non sfiorarlo, potrebbe essere fulminato all’istante. Insomma, come ben capite, navigano tutti in un mare piuttosto tenebroso. 

Sono doglie piuttosto dolorose. Abbiamo iniziato con la presenza di Silvio Berlusconi, tutti ce la siamo già dimenticata. Facessi altri nomi, che sono stati comunque proposti, sono convinto che li avete già, come li ho io, archiviati e completamente scordati. 

Ora, sul far del crepuscolo, non si può più scherzare. Restano in ballo sostanzialmente due o tre nomi. Tranne uno, pescato dalla politica, gli altri sono espressione di società civile. 

 Il primo è Ferdinando Casini. Avrà sufficiente consenso per essere incoronato? Qualche dubbio io ce l’avrei. È uomo che è stato un po’ da una parte e un po’ dall’altra. Ha qualche estimatore, ma nutro sostanziali sospetti che ci sia un bel numero di elettori che potrebbero invidiarlo troppo. 

Mario Draghi, nome che se ne stava li sin dall’inizio. La pedina più ambiziosa. Ma anche quella che spostandosi creerebbe un sacco di problemi. Forse, tra tutti, quello a cifra più tonda e alta. Ma spostarlo da Palazzo Chigi comporterebbe un frastuono troppo forte per i Parlamentari a rischio di andarsene anzi tempo a casa.

Sabino Cassese, il suo limite è anagrafico. Ottantasette anni. Come si fa ad eleggere un Presidente che non ha dalla sua il tempo minimo per svolgere a dovere il suo incarico? Credo che le speranze siano al lumicino.

Elisabetta Belloni, annovera un vantaggio che altri non hanno. Sarebbe una Presidente donna. Non è un elemento da sottovalutare. Esperta nelle istituzioni, alle spalle un curriculum di tutto rispetto, non compromessa con alcun partito, potrebbe per questo essere la persona che più di tutti metterebbe a tacere le critiche di ambo i lati.

Come si vede ho dato una preminenza, ma ho giocato solo con il buon senso. Basterà? Non credo, ed è per questo che come voi, seguirò con attenzione l’evolversi della situazione dopo la votazione di oggi.