Articolo già apparso sulle pagine dell’Osservatore Romano a firma di Nicola Gori

Tutto ebbe inizio nel 1535 quando, dopo una violenta tempesta, alcuni pescatori recuperarono nel Tevere una statua raffigurante la Vergine Maria scolpita su legno di cedro. A motivo del luogo del rinvenimento cominciarono a chiamarla “Madonna Fiumarola” e la donarono ai frati carmelitani della chiesa di San Crisogono in Trastevere, che invece la venerarono da subito come Madonna del Carmine. Al di là dei nomi, l’immagine mariana divenne comunque ben presto la protettrice degli abitanti del tredicesimo rione romano. 

Da quel ritrovamento è entrata nel cuore dei trasteverini che la sentono come la loro mamma e la loro sorella maggiore. Non c’è donna o uomo dello storico quartiere che non passi dalla chiesa di Sant’Agata, dove è custodita, per rivolgersi a lei e chiedere aiuto e grazie. Essa ha infatti cambiato casa ben tre volte. La prima, quando i carmelitani di San Crisogono, grazie alla munificenza del cardinale Scipione Borghese, costruirono una cappella dove rimase fino al 1890. In quell’anno, la speciale cappella annessa alla chiesa venne però demolita per fare spazio al nuovo viale del Re, attuale viale di Trastevere e la venerata immagine fu trasferita nella chiesa di San Giovanni dei Genovesi e poi definitivamente in quella di Sant’Agata. 

Nel corso dei secoli, i fedeli l’hanno adornata con una corona, un abito azzurro, veli lunghi bianchi bordati di merletti e pizzi e con il tradizionale scapolare tra le mani. Per onorarla si mobilita l’intera popolazione per tutto il mese di luglio. Per una settimana l’immagine mariana viene portata fuori dalla chiesa e gira per le strade e i vicoli del rione. 

Tutto inizia il sabato immediatamente successivo alla ricorrenza liturgica della Madonna del Carmine, che si celebra il 16 del mese. È la celebre festa “de’ Noantri”. Dove per “Noantri” si intendono i trasteverini, quelli che abitano nel rione che è legato indissolubilmente al fiume di Roma. “Trans Tiberim” (al di là del Tevere), non era altro che l’antico nome della quattordicesima regione augustea, zona quasi al confine della città, considerando che l’agglomerato si espanse principalmente sulla sponda opposta. 

Gente semplice e al tempo stesso orgogliosa quella che viveva e vive nel quartiere. Noantri, com’è intuibile, è nato per differenziarsi da “voialtri”, tutti quelli che abitavano negli altri rioni. Sembra che il termine sia nato quando un trasteverino dette dello “straniero” a un romano, che stava infastidendo una bella ragazza del posto, proprio durante il giorno di festa della Madonna. Si narra che gli rivolse una frase sibillina: «Che ne diressivo voantri si noantri quando venissimo alle festa de voantri ce comportassimo come ve comportate voantri alla festa de noantri?».

A organizzare i festeggiamenti è la venerabile arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Maria Santissima del Carmine in Trastevere che è nata proprio per onorare la “Madonna Fiumarola”. Si legge nello statuto che «ha sempre avuto, sin dalla sua origine, come scopo fondamentale la formazione spirituale e morale dei propri membri, la promozione di orientamenti di vita autenticamente cristiana, l’esercizio del culto pubblico e le devozione nei confronti del Santissimo Sacramento e della Vergine Santissima del Carmine, secondo il magistero della Chiesa cattolica». 

In pratica, i membri dell’arciconfraternita e il rettore della chiesa di Sant’Agata sono i custodi della statua. E nella settimana in cui essa viene portata in giro per il quartiere dai membri dell’arciconfraternita un miscuglio di sacro e profano, storia e tradizione, entusiasmo di popolo e devozione mariana danno vita alla celebre festa de’ Noantri. È preceduta da una novena in preparazione e prevede ben tre processioni: di cui una notturna, una sulle acque del Tevere, e una mattutina. 

Quest’anno, martedì 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, la giornata è stata scandita dalla celebrazione di due messe: nella prima si è svolta l’investitura dei novizi dell’arciconfraternita. Nella seconda, presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza, ausiliare per il settore Sud della diocesi di Roma, al termine si è esibita in onore della Madonna la fanfara della Polizia di stato a cavallo. Sabato 20 è invece il momento culminante della festa, con la tradizionale processione per le vie del rione. Nella basilica di San Crisogono, il vescovo Daniele Libanori, ausiliare per il settore centro, presiede la messa vespertina. Subito dopo, parte la tradizionale processione che, accompagnata dalla banda musicale della Polizia di Roma capitale, percorre via della Lungaretta, via Anicia, piazza San Cosimato e viale Trastevere, per ritornare nuovamente alla basilica di San Crisogono, dove la fanfara dei bersaglieri rende omaggio musicale alla Vergine. Lungo il percorso, oltre a sessanta membri dell’arciconfraternita del Carmine, si alternano singoli devoti che hanno fatto un voto alla Vergine o appartenenti ad altre confraternite romane e laziali. Quest’anno è previsto che tra i diciotto volontari impegnati a turno a portare a spalla per circa due ore e mezzo i sedici quintali (quasi novanta chilogrammi a testa) del gruppo statuario della Madonna si alternino i ragazzi del cinema America e i membri delle confraternite della Madonna degli Angeli di Canterano, della Madonna del Carmine della Traspontina e di quella di Capranica, di Sant’Antonio della chiesa di Santa Dorotea in Trastevere.

La sera successiva, domenica 21, alle ore 20, si svolge la “processione di rientro”, con la quale la “Madonna fiumarola” viene ricondotta da San Crisogono alla chiesa di Sant’Agata. Da lunedì 22 a sabato 27, nella stessa chiesa, è in programma il solenne ottavario per la Madonna del Carmine, durante il quale la messa delle 17 viene presieduta dai parroci delle varie comunità di Trastevere. Sempre sabato 27, nella basilica di San Crisogono, si celebra la messa in lingua corsa, alla quale partecipano le confraternite della diocesi di Ajaccio. Domenica 28, infine, giunge il momento più atteso dai trasteverini: quando viene ricordato il ritrovamento della statua lungo le rive del Tevere. Si tratta della cosiddetta “processione fiumarola”, guidata dal vescovo Ruzza. La statua, a bordo di un’imbarcazione parte dal Circolo canottieri Lazio e arriva fino alla calata degli Anguillara, a Ponte Garibaldi, verso le 20.30. La processione prosegue poi a piedi fino alla basilica di Santa Maria in Trastevere, dove la “Madonna Fiumarola” rimane fino a lunedì 29. Quando, alle 6.30, il parroco monsignor Marco Gnavi presiederà la messa, subito dopo la quale avrà luogo la processione “mattutina”, per riportare l’immagine mariana a Sant’Agata. A conclusione dei festeggiamenti, all’arrivo della statua in chiesa, viene celebrata la messa di ringraziamento, durante la quale, come da tradizione, vengono distribuite le rose benedette.