La maggioranza degli italiani, il 64% è contraria alla ripresa dei campionati di calcio professionistici. La motivazione prevalente, per quasi la metà dei contrari, è che giocare non sarebbe sicuro dal punto di vista sanitario, mentre un terzo crede che rappresenti un settore come tutti gli altri e quindi non debba essere privilegiato l’accesso a test e tamponi. È quanto emerge da un sondaggio condotto da IZI in collaborazione con Comin & Partners.

Dello stesso avviso sono quanti si dichiarano “molto” o “abbastanza” tifosi di calcio, che rappresentano quasi il 60% degli intervistati. Anche fra questi oltre la metà (51%) è contraria al riavvio dei campionati, sia pure a porte chiuse.

Solo un terzo (36%) si dichiara favorevole alla ripartenza di campionati. Fra questi la metà lo ritiene un volano di crescita economica troppo importante per il Paese.  Mandare avanti i campionati, poi, per il 26% significa evitare che la crisi infligga un duro colpo anche alle società professionistiche. Solo al 19% dei favorevoli interessa, invece, che sia assegnato un vincitore. Secondo il 4% degli italiani, infine, il calcio a porte chiuse non sarebbe vero calcio.

A decidere le sorti dei campionati nel nostro Paese dovrebbe essere il Governo per il 77% degli italiani mentre per il 15% l’ultima parola spetterebbe alla Figc e per il restante 8% al Coni.

Fra gli appassionati di calcio il 70% ha dichiarato che nei due mesi di quarantena ha sentito molto o abbastanza la mancanza delle partite. La voglia di calcio tuttavia non è stata colmata in alcun modo dal 44% dei tifosi, mentre il 24% ha visto vecchie partite in televisione, il 17% video in rete e il 15% ne ha parlato con gli amici al telefono o in chat.