Cosa “Ho imparato” da Enrico Letta

Ha imparato, lo dice nel libro, sulla propria pelle quello che il suo maestro di politica, l'economista Nino Andreatta, gli aveva insegnato

Ho letto l’ultimo libro di Enrico Letta, ex deputato, ex ministro ed ex Premier, ex dirigente del PD: “Ho imparato ” si intitola per le edizioni de Il Mulino.

Enrico Letta non prende stipendi e vitalizi perché è stato un politico importante e questo dal 2015 ma ancora adesso lo deve ricordare perché c’è gente che lo accusa di questo, ingiustamente.

Per vivere fa il professore a Parigi e dirige la Scuola di Relazioni Internazionali di Scienze Politiche a Parigi.

Ha imparato, lo dice nel libro, sulla propria pelle quello che il suo maestro di politica, l’economista Nino Andreatta, gli aveva insegnato: nella vita,se vuoi fare politica e non vuoi poi rimanere in politica non per passione ma perché non hai alternative, devi avere un lavoro tuo, un modo diverso dalla politica per guadagnare, onestamente, il pane.

Se devo essere sincero conoscendo Enrico Letta da quando lui aveva 27 anni e io 30 mi pare che Enrico abbia imparato molte cose nuove ma anche soprattutto ad essere meglio e di più quello che è sempre stato. Innanzitutto è sempre stato uno che ha sempre voglia di imparare e quindi di studiare: il capitolo in cui parla più direttamente della sua nuova esperienza di docente ti dimostra che se uno ha voglia, entusiasmo, applicazione può imparare bene a fare un nuovo lavoro anche a cinquant’anni. Certo, ti devono dare l’opportunità di farlo e un percorso formativo, ma si può fare; comunque lui lo ha fatto, anche se io non so se ci riuscirei ma io ho meno passione di Enrico che sembra freddo ma è invece è un uomo ricco di passione umana e politica, sempre stato, almeno per me.

Bisogna avere tre tipi di coraggio dice Letta: il coraggio della realtà mentre spesso davanti alle sfide i politici mettono la testa nella sabbia, come hanno fatto per anni per l’immigrazione e non solo in Italia, il coraggio del limite, il limite ambientale, morale, esiste per i politici e il coraggio di pensare cose nuove, finora impensate e impensabili.

Per questo coraggio dell’immaginazione si spinge a ipotizzare legislature che durino tre anni e non cinque, in cui però ci siano tempi definiti per formare il governo senza trattative interminabili e anche la possibilità di formare governi di minoranza. Tempi più brevi per aderire ad una realtà in continuo cambiamento e che non può aspettare i tempi dei politici vecchi e nuovi.

Poi per il resto Enrico Letta è sempre lui: rivendica con orgoglio l’operazione “Mare nostrum” che ha salvato migliaia di vite umane e io sono orgoglioso di lui e della nostra Marina, e dice che si può e si deve essere radicali nelle convinzioni morali e politiche ma senza mai perdere il rispetto degli altri, anche degli avversari, con ruspe e rottamazioni varie.

(Fonte http://www.associazionepopolari.it)