Mi rifaccio a un commento fulmineo che ho proposto qualche giorno fa. Mi rifaccio ancora a quello. Si trattava della vicenda soldi russi alla Lega. Non ho espresso giudizi, ho rinviato all’inchiesta che spetterà alla Magistratura. Sono ancora di quel avviso. Infatti, tra le mie dita e sotto gli occhi non ho più di quanto voi sapete. E, pertanto, non mi spingo a scrivere giudizi di alcun tipo.

Sicuramente sul piano politico è una pagina poco chiara e per nulla piacevole, ma sul piano giuridico non mi spingo oltre quello che è di mia spettanza: attendere che gli inquirenti facciano il loro mestiere.

Altra cosa, invece, è quanto è emerso nei giorni successivi. E qui, con certezza, ho, come voi tutti, elementi probanti per dare un giudizio personale. Ho sentito la viva voce di Matteo Salvini pronunciare la seguente frase: “Non ho invitato Gianluca Savoini all’incontro con Vladimir Putin”. Da ciò, deduco che a invitarlo sia stato qualcun altro. E così, come voi, ho pensato sia. Ma la cosa ha assunto un tenore completamente diverso dopo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. È di qualche ora fa la notizia che Conte rinvia al rappresentante di Matteo Salvini il compito di aver invitato alla cena di Roma Gianluca Savoini.

Questa è una vera e propria dimostrazione, si direbbe matematica, della bugia espressa in diretta dal Ministro degli Interni. Bugia, ricordiamolo, pronunciata in veste di Ministro degli Interni. A me non interessa, perché non sono un moralista, se Matteo Salvini o chiunque altro intenda avvalersi di non verità nei suoi fatti privati, mentre sono del tutto coinvolto se tale espressione fosse pronunciata dal Ministro degli Interni. In un qualsiasi paese europeo, Germania, Inghilterra, Francia, di fronte a un simile evento, si chiederebbe all’istante le dimissioni del Ministro degli Interni.

Non so che cosa accadrà. Come vedete, per chi scrive, non c’è una scorciatoia né quando trattasi di partiti di centro, né di destra, né di sinistra. Il mio servizio non può certo deviare. Non avrebbe senso che io scrivessi. Del resto, visto che anche io sbaglio, ciascuno, come sovente capita, ha il sacrosanto diritto di bacchettarmi o di suggermi cambiamenti di rotta.

Questi miei brevi commenti hanno lo scopo di tenere vivo il senso critico, il dialogo, il confronto, perché solo così, a mio giudizio, si può salvare la qualità della politica del nostro Paese.

Nel caso avessi scritto cose logicamente infondate, prego una puntuale correzione, al fine di raddrizzare al meglio lo sguardo.