Fino a qualche ora fa noi medici eravamo, a detta di molti, troppo allarmisti ed esagerati nell’invitare le persone ad essere maggiormente prudenti nei propri atteggiamenti e nel dire che, per quanto stava ricominciando ad accadere negli ospedali, sarebbe stato opportuno adottare misure più restrittive perché la situazione avrebbe rischiato di precipitare a breve. Oggi, all’alba di un nuovo DPCM, i numeri ci danno una ragione che, vi assicuro, avremmo preferito non avere.

La seconda ondata potrebbe, in teoria, avere una portata anche maggiore della prima in cui il lockdown aveva permesso di “risparmiare” almeno in parte il centro e il sud del Paese. Dopo un’estate di grandi spostamenti, questo non sarà più possibile.
L’amarezza è constatare che nei mesi di relativa tranquillità, in cui sarebbe stato opportuno provvedere a colmare le carenze che la pandemia aveva portato alla luce, ben poco è stato fatto per riempire queste lacune e fornire al Servizio Sanitario Nazionale gli strumenti idonei per affrontare un nuovo momento di crisi. Le necessità sono rimaste le stesse già evidenziate: manca il personale sanitario, mancano i posti letto di terapia intensiva e subintensiva, manca un approvvigionamento di materiale e strumentazioni adeguati, manca la continuità assistenziale sul territorio che consenta agli ospedali di far defluire pazienti dimissibili per accoglierne altri in condizioni cliniche peggiori.

E noi, lavoratori del settore, ci rimboccheremo le maniche, come abbiamo già fatto, per fornire tutto l’aiuto che è nelle nostre possibilità e, permettetemi di dirlo, anche oltre.
Sarebbe magnifico, in un mondo a quanto pare solo utopistico, che i richiami degli addetti ai lavori e degli esperti in materia (quelli che sono ogni giorno presenti sul campo, più che in televisione), fossero ascoltati più delle lamentele di chi minimizza ogni aspetto per non rinunciare ai suoi piccoli vizi o di chi millanta conoscenze inesistenti per dire a tutti i costi la sua.

Sarebbe stupendo che le persone capissero che certi limiti possono essere anche autoimposti con un po’ di buon senso e raziocinio senza per forza dover aspettare di vederli scritti in un decreto.

Sarebbe fantastico poter lavorare in un Paese serio che rispettasse i suoi professionisti e mettesse a tacere le voci insensate di negazionisti e propagandisti di turno.
Sarebbe bello esser messi nelle condizioni di compiere il proprio dovere senza sentirsi quasi stupidi agli occhi degli altri.
Sarebbe.
Solo questo. Nessuno di noi ha mai chiesto di essere considerato un eroe, solo di essere ascoltato. #nemoprophetainpatria