Antonio Bertoletti, scienziato italiano in forze all’università di Singapore, professore di Emerging Infectious Diseases alla Duke-Nus Medical School, in un’intervista al ‘Foglio’ spiega che: “Il mio lavoro mostra è che nei soggetti che non si sono mai ammalati di coronavirus, in realtà, ci sono tracce (anche abbastanza consistenti) di immunità cellulare (le solite T cells) contro sezioni di SarsCoV-2 che potrebbero essere state stimolate da altri virus che circolano normalmente nella popolazione”.

L’esperto parla del suo studio e, in un rapporto preliminare per la rivista ‘Nature’ al riguardo, spiega che: “E’ importante diffondere il messaggio che le cellule T e non solo gli anticorpi sono una parte essenziale dell’immunità antivirale. C’è invece l’idea di una totale assenza d’immunità contro i coronavirus nella popolazione generale. Il che è chiaramente scorretto. Diversi tipi di coronavirus hanno sempre circolato tra gli umani. E’ possibile che un’immunità a virus strettamente correlati possa ridurre la vulnerabilità o alterare la gravità della malattia”.