La drammatica emergenza del Covid-19 ha riportato alla luce le difficoltà che l’economia aveva vissuto durante il periodo della crisi del 2008 e che forse, negli ultimi 11 anni, abbiamo dimenticato.

Per evitare il diffondersi del contagio, il Governo ha dovuto prendere la sofferta decisione di chiudere temporaneamente le attività non essenziali, utili a fronteggiare il Coronavirus. La giunta regionale del Lazio, dal canto suo, ha preso decisioni coraggiose messe in atto attraverso le ordinanze delle scorse settimane. Coraggiose perché volte a tutelare la salute di tutti noi, ribadendo che proprio la salute è il valore primario.

Sappiamo già che il grande sforzo che stiamo affrontando non andrà ad esaurirsi con questa fase emergenziale. Dobbiamo, fin da adesso, progettare il passaggio successivo, quello della ripresa che sarà molto dura. Saremo infatti chiamati a sostenere la nostra economia con responsabilità, lavorando per superare incertezze e blocchi tipici di una fase di crisi.

L’Italia però ha una gran fortuna, che la distingue e la rende differente dagli altri paesi. Questa fortuna è data dai nostri imprenditori, capaci e abili nel mettere in campo idee per rimettersi in cammino. Pensiamo solamente al miracolo che tante aziende hanno fatto in 10 giorni per l’attivazione dello smartworking, la messa in rete di servizi online che prima erano impensabili o le tante realtà che hanno messo a disposizione gratuitamente le loro piattaforme. E le istituzioni dovranno sostenere queste nostre eccellenze perché meritano un riconoscimento per il loro impegno e perché sono le uniche in grado di aiutare il Paese tutto a uscire da questa condizione.

Il Governo, attraverso il Decreto Cura Italia, ha risposto alle incertezze del settore con una netta dimostrazione di lungimiranza, introducendo una prima serie di trasferimenti e aiuti alle imprese e ai lavoratori autonomi. Penso, ad esempio, al blocco dei licenziamenti per 60 giorni e alla Cassa Integrazione in deroga fino a 9 settimane, una misura che testimonia la volontà di preservare il lavoro come diritto assoluto del cittadino – ancor prima che dovere – da un lato, ed allo stesso tempo assiste le imprese in questo momento delicato.

Non va in alcun modo dimenticato però che le imprese avranno bisogno, ora più che mai, di continuare ad avere accesso al credito. Per questo è stata prevista l’impossibilità per le banche di revocare le linee di credito concesse prima del 2 febbraio 2020

A questo si aggiunge la sospensione sino al 30 settembre 2020 delle rate di mutui o altri finanziamenti a rimborso rateale, peraltro con ulteriore dilazionamento delle rate non pagate e tutto ciò senza oneri aggiuntivi.

Infine, viste le esigenze delle famiglie con la chiusura delle scuole, per i lavoratori autonomi o dipendenti sono stati previsti una serie di congedi ai quali si associa una indennità di 600 euro.

La giunta della Regione Lazio ha fatto sue le linee guida dell’azione del Governo e ha messo in campo risorse finalizzate ad un grande sostegno all’economia regionale.

In questo senso la Regione si è già attivata per le imprese, i professionisti e i lavoratori stanziando fondi per la Cassa Integrazione e per la liquidità che arriverà a tante categorie.

A ciò si aggiunge il piano Pronto Cassa, con cui la Regione ha voluto strutturare un’azione più mirata per le micro, piccole e medie imprese, i liberi professionisti, i consorzi e le reti di impresa del quadrante.

Pronto Cassa si fonda su tre pilastri:

1- Istituzione di un fondo rotativo per il piccolo credito di 55 milioni al fine di erogare, in modalità semplificata, prestiti fino a 10mila euro a tasso zero da restituire in cinque anni.

2- Attivazione, con la compartecipazione della Banca Europea degli investimenti di un fondo di 200 milioni di per prestiti a tasso agevolato, con ulteriori 3 milioni di fondi regionali per garantire l’abbattimento degli interessi.

3- Estensione delle coperture del Fondo centrale di Garanzia per imprese e liberi professionisti, grazie a uno stanziamento iniziale di 10 milioni di cui 5 dalla Regione Lazio e 5 dalle Camere di Commercio.

Risorse queste, che a regime svilupperanno una mobilitazione di 450 milioni di euro.

Siamo tutti coscienti che questo è solo l’inizio di un lungo cammino. Arriveranno altre misure a cui si sta già lavorando, misure volte a far ripartire il nostro artigianato ed il nostro commercio di prossimità, due settori che devono essere messi nelle condizioni di guardare al futuro con ancora più fiducia.

Questo è ciò che serve per affrontare l’emergenza. Da questa condizione di crisi dobbiamo imparare che l’economia non è la cosa più importante e non solo perché, come stiamo vedendo, da sola non basta nemmeno a se stessa. Dobbiamo impararlo perché solo così potremo ricordarci che l’economia è utile se è al servizio delle persone e delle comunità.

Per questo è necessario ridisegnare i confini tra istituzioni, mondo produttivo e imprese, che nel Lazio potrà approfittare di uno strumento solido come le reti tra imprese. E quella tra mondo del lavoro e innovazione.

Se c’è una parola che deve guidare la nostra progettualità nel campo dello economico è Innovazione.

Come indicato da personalità del calibro di Mario Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea, abbiamo necessità di sviluppare l’industria 4.0. Non solo attraverso l’utile strumento dello smart working, di cui si è parlato tanto in questo periodo, ma anche e soprattutto nella formazione professionale, che oggi non è ancora del tutto in linea con le aspettative delle imprese che operano con le ultimissime innovazioni. E, attraverso una rete di infrastrutture informatiche in grado di fornire un valido supporto alle imprese. Quest’ultima fornirebbe un maggiore sostegno all’internazionalizzazione di beni e servizi utili per incrementare la voce export nella bilancia commerciale del Paese, rafforzando settori chiave come l’industria farmaceutica e aerospaziale. A ciò si legherebbe il tema di formazione e innovazione che garantirebbe ai nostri giovani di affrontare il mondo del lavoro con strumenti più solidi di quelli del passato, intercettando quel bisogno di alta formazione che richiedono le nostre aziende.

Il commercio e l’artigianato, se messi in rete, potrebbero godere dei frutti della interconnessione, e rafforzare le reti di imprese aumentando la qualità e rafforzando le connessioni del tessuto produttivo regionale, coniugando innovazione e tradizione. A questo proposito, penso ormai da tempo che sia necessario far nascere l’accademia dell’artigianato, intervento fondamentale ed unico, teso a valorizzare le potenzialità e le specificità di ciascun territorio. Infatti il commercio di prossimità e le piccolissime imprese di natura familiare nell’ambito artigiano, un tempo chiamate botteghe, sono le presenze che caratterizzano un quartiere, lo rendono unico e favoriscono la creazione di quella rete sociale che aiuta a stabilire rapporti tra le persone.  Si potrebbero creare delle vere e proprie zone artigiane, capaci anche di riqualificare quelle zone che hanno più bisogno di aiuto nel ricreare un tessuto sociale. Il commerciante e l’artigiano sono le principali memorie viventi dei quartieri e possono tramandare la storia e contribuire a scrivere il futuro.

Fino ad arrivare al turismo, un settore cruciale che mostra ogni anno a milioni di persone quelle meraviglie che tutto il mondo ci invidia: la storia, la cultura, la natura. Anche qui gli strumenti da utilizzare sono molteplici e l’innovazione nelle formule di trasporto locale consentirebbero una più semplice e piacevole fruizione delle tante meraviglie che il nostro territorio può offrire. Il Lazio dovrà puntare fortemente sul turismo, promuovendo un’idea sostenibile certificata, dove la Regione dovrà apporre il suo sigillo di qualità. Insieme alla valorizzazione dei borghi, della storia e della loro cultura. Bisogna rilanciare e valorizzare Ventotene che è tra i luoghi fondativi dell’Europa e Roma che necessità di un rilancio qualitativo del suo turismo. La Regione Lazio può divenire, attraverso le sue molteplici potenzialità e bellezze, centro strategico del rilancio dell’Europa.

Ma il Lazio non si limita a conservare la cultura: la promuove. Pensiamo ad esempio a un settore come il Cinema e l’audiovisivo, che in questi giorni sta subendo un duro colpo. Negli anni passati, è stato motore di promozione del territorio. Pertanto avrà bisogno del nostro sostegno per continuare a raccontare la nostra Italia a tutto il mondo, permettendo di continuare il processo di pubblicizzazione delle nostre bellezze. In un momento complesso come quello attuale, abbiamo infatti necessità della forza della narrazione per mostrare a tutto il mondo cosa ancora l’Italia può offrire.

Io ritengo che queste siano le direttrici principali su cui lavorare per abbattere tutti i muri che dividono quei settori che, se favoriti nella comunicazione e nella conoscenza reciproca, possono mettere in piedi un sistema di eccezionale rilancio per tutta la regione. Questo è, senza dubbio, il più autentico e potente vaccino per sconfiggere l’attuale crisi economica.

Noi ci siamo, siamo presenti e vogliamo cogliere questo momento di difficoltà, questo inverno, per progettare con voi la primavera della nostra regione.

Papa Francesco ci ha ricordato che nessuno si salva da solo, il Presidente Mattarella ci ha richiamato all’unità e all’orgoglio nazionale.

Insieme possiamo uscire da questa emergenza e iniziare a ricostruire e a dare una nuova speranza al nostro futuro.