Dal Recovery Fund 320 mld per rilanciare l’economia Ue

Evitare il tracollo dell’economia europea sotto i colpi di maglio di Covid-19

Evitare il tracollo dell’economia europea sotto i colpi di maglio di Covid-19. Questo il senso della richiesta che le principali associazioni Ue del settore delle costruzioni hanno inviato alla Commissione Ue, quantificando il fabbisogno di risorse da immettere nel ciclo economico pari a 320 miliardi. Ciò proprio In vista della preparazione della proposta europea sul Recovery Fund. Un dossier corposo trasmesso al Commissario al mercato interno, Thierry Breton, che evidenzia le pesanti conseguenze negative subite dal settore delle costruzioni a causa della contrazione della domanda privata e pubblica. In altre parole, un impatto devastante, se si considera che esso vale il 20% del Pil dell’Unione e dà lavoro a oltre 16 milioni di persone. Di conseguenza, gli analisti stimano una perdita media nell’attività delle costruzioni tra il 20% e il 25% sia per il 2020 che per il 2021 rispetto al 2019. Questa cifra varia naturalmente da Paese a Paese. Si tratta di un importo complessivo annuo di circa 320 miliardi di euro, che non tiene conto peraltro dei costi aggiuntivi legati all’implementazione dei requisiti igienico-sanitari e organizzativi nei cantieri, della perdita di produttività dovuta alla nuova organizzazione da adottare. Sono a rischio quasi 3 milioni di posti di lavoro, quanto il totale dei lavoratori del settore di Francia e Italia. Ecco perché le principali associazioni europee del settore delle costruzioni hanno accolto con favore la decisione dei capi di governo dell’Unione di chiedere alla Commissione Europea una proposta sul Recovery Fund che dovrebbe avere un ruolo fondamentale per il rilancio dell’economia europea, in generale, e del settore delle costruzioni, in particolare. Evidenti gli obiettivi strategici da perseguire:

– la creazione di posti di lavoro a valore aggiunto e la contribuzione alla ripresa delle economie locali;

– la realizzazione della strategia di crescita del Green Deal Europeo e la trasformazione dell’Unione in un continente neutro dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica;

– la ristrutturazione del patrimonio edilizio che garantisca una più elevata qualità della vita per i cittadini;

– il miglioramento della competitività, della mobilità e della sicurezza dei cittadini attraverso la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la costruzione di nuove infrastrutture.

Per tutto ciò il Recovery Fund (oltre al consueto livello di spesa pubblica) dovrebbe stanziare, appunto, risorse pari a circa 320 miliardi di euro. Vedremo, se almeno questa volta, al di là della retorica di prammatica, l’Europa saprà davvero battere un colpo efficace.