La visione o il semplice pensiero del Presepe, che richiama dopo venti secoli l’evento della nascita di Gesù,  risveglia e suscita sentimenti, negli uomini e nelle donne, che spesso si considerano “assopiti” e dimenticati.  La nostra quotidianità sembra vivere solo al presente per le preoccupazioni, le difficoltà,  le incertezze e la precarietà, che si riscontrano in una fase ove la pandemia condiziona la vita dell’umanità. Quanto è accaduto nel 2020 con il covid-19 non ha risparmiato nessun continente della terra, con conseguenze in molti Paesi come quelli europei e gli Stati Uniti,  che hanno richiamato, anche se con numeri minori, le perdite umane della Seconda Guerra mondiale del secolo scorso (1939 – !945).

Non a caso un forte richiamo, a questa condizione di disagio diffuso, è stata fatta da Papa Francesco nel corso dell’ultima Udienza Generale dei giorni scorsi, e tra l’altro ha sottolineato di: “Esortare tutti ad  affrettare il passo verso il Natale, quello vero, cioè la nascita di Gesù Cristo. Quest’anno ci attendono restrizioni e disagi; ma pensiamo al Natale della Vergine Maria e San Giuseppe: non furono rose e fiori! Quante difficoltà hanno avuto! Quante preoccupazioni! Eppure la fede, la speranza, e l’amore li hanno guidati e sostenuti. Che sia così anche per noi! Ci aiuti anche – questa difficoltà – a purificare un po’ il modo di vivere il Natale, di festeggiare, di uscire dal consumismo: che sia più religioso, più autentico, più vero”. Un messaggio universale, questo del Santo Padre, rivolto a ciascuno di noi, che ci aiuta ad avere coraggio anche nei momenti difficili della nostra vita e della società.

La rappresentazione del Presepe introdotta da San Francesco d’Assisi, al ritorno da una visita a Betlemme nel 1220  è diffuso oggi in tutto il mondo cattolico: nelle chiese, nelle famiglie, in tanti luoghi di lavoro, in strutture sanitarie, nelle scuole e in tante altre realtà collettive, significativo a Roma, il Presepe  in Piazza di Spagna. Anche nella periferia romana vengono realizzati Presepi di strada, un esempio significativo è quello nel V° Municipio di Roma, nel marciapiede centrale di viale Partenope ai Gordiani , nel quartiere Prenestino, che rappresenta  una bella tradizione iniziata da oltre dieci anni. Un Presepe di strada realizzato dal Gruppo Scout di Roma 92, con il coinvolgimento delle famiglie, della Parrocchia di Santa Maria Madre della Misericordia, diventato ormai una tradizione per il territorio,  come punto di riferimento non solo religioso ma sociale nel periodo natalizio.

Quest’anno – per i vincoli imposti dalle norme anti covid, tra cui il “distanziamento sociale” per evitare assembramenti, e il previsto lockdown (le misure di confinamento) – il Presepe è stato spostato e realizzato nel cortile della Parrocchia in via dei Gordiani. “E’ un presepe dedicato alla Luce.. e alla Speranza,,, intitolato “..e uscimmo a riveder le stelle” parafrasando le parole di Dante Alighieri (verso 138 del XXXIV Canto), di cui quest’anno ricorre il 750° anniversario dalla nascita, che rivede la luce dopo esser uscito dall’inferno… Dall’inferno del cuore si esce volgendo lo sguardo alle Stelle, che ci indicano la direzione del bene, la strada porta verso Gesù che nasce, che emana quella luce che riaccenda il nostro cuore,  lo faccia ardere di positività nella vita”. 

Il Presepe è costruito come sempre in legno e compensato, con i tradizionali soggetti protagonisti della Natività, accanto a un grande albero di ulivo nel cortile parrocchiale. Quest’ anno c’è un nuovo personaggio, a lato della rappresentazione: un grande Angelo vestito con la divisa di un operatore sanitario, con la mascherina chirurgica che tiene sul  petto un referto sanitario. Si possono dare diversi significati a questa immagine dell’Angelo, ma l’interpretazione ricorrente è quella di ringraziare tutti coloro che si sono spesi, nel settore sanitario e nel volontariato, in questi dieci mesi, spesso con il sacrificio della propria vita,  per curare e salvare tante vite umane.

Infine è giusto ricordare che nella sera della presentazione del Presepe nel cortile, gli Scout hanno “costruito una Stella Cometa con tanti lumicini nella notte, come i Re Magi proveranno a seguire la luce…perchè sono il futuro della Speranza, della voglia di ricostruire un mondo migliore.” Parole e propositi che sono di buon auspicio per il futuro, perché provengono da giovani e giovanissimi impegnati nell’associazionismo, che “hanno augurato un Buon Natale di Speranza a tutti”