Dall’Aci i dati degli incidenti sulle strade extraurbane secondarie

Le province con l’incidentalità più elevata sono: Milano (693 chilometri di strade, 741 incidenti, 13 morti e 1.194 feriti), Venezia, Padova e Treviso

L’Aci ha presentato uno studio dal titolo “Localizzazione degli incidenti stradali 2017 sulle strade provinciali”, una ricerca che analizza il numero di sinistri, sia in valore assoluto che in relazione ai chilometri di strada, evidenziando la loro gravità ad esito infausto sulla viabilità secondaria provinciale. Nel documento sono contenute due diverse tipologie di tabelle: una con incidenti, morti, feriti e indicatori per ciascuna strada provinciale, l’altra con i dati aggregati in base al comune in cui è avvenuto l’incidente, un focus utile per individuare la tratta più pericolosa di una determinata strada. Le cause sono prevalentemente di natura umana: disattenzione, alta velocità, sosta negli spazi non consentiti e uso del telefono cellulare.

Le province con l’incidentalità più elevata, sia per numero che per densità di incidenti, sulle strade extraurbane secondarie sono: Milano (693 chilometri di strade, 741 incidenti, 13 morti e 1.194 feriti), Venezia (860 chilometri, 490 incidenti, 12 morti e 709 feriti), Padova (1.039 chilometri, 542 incidenti, 14 morti e 745 feriti) e Treviso (1.136 chilometri, 586 incidenti, 15 morti e 863 feriti). Le province con gravità elevata (per tasso di mortalità e indice di gravità) risultano invece essere: Latina (938 chilometri di percorso, 249 incidenti, 21 morti e 443 feriti) e Napoli (520 chilometri, 267 incidenti, 22 morti e 435 feriti).

Il consumo di alcol influenza sia il rischio di incidenti da traffico, sia la gravità delle conseguenze che questi provocano. Dalle ultime statistiche vediamo che più di 8 persone su 100 fra i conducenti di autovetture nell’ultimo periodo hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol, avendo assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di essersi messi alla guida; altre 6 persone su 100 dichiarano di essere state trasportate da un conducente che guidava sotto l’effetto dell’alcol. La quota di giovanissimi alla guida sotto l’effetto dell’alcol è leggermente più bassa rispetto al resto della popolazione ma comunque preoccupante poiché il rischio di incidenti stradali legato a questo comportamento è decisamente più alto quando associato alla giovane età. Tra i 18 e 21 anni il 6% dichiara di aver guidato dopo aver bevuto, rischiando d’incorrere in una sanzione certa, indipendentemente dal livello di alcolemia effettivamente accertata, poiché in questa fascia d’età la soglia legale di alcolemia consentita è pari a zero.

Secondo un rapporto Aci-Censis per i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 29 anni, la guida sotto l’influsso di alcol e droghe rappresenta il più grande problema (61,6%), seguito dall’eccesso di velocità (57%). I dati mostrano che il 37,9% di soggetti di età inferiore a 30 anni, rispetto ad una media totale del 36,9%, sceglie responsabilmente di limitare il consumo di alcolici (il valore più basso si registra nella classe di età 45-69 anni). Il 47,1% degli intervistati ha affermato di non preoccuparsi del problema della guida dopo il consumo di alcol “perché non è un bevitore abituale”, e la percentuale si abbassa notevolmente nella fascia d’età 18-29 (36,6%). Preoccupante risulta la percentuale di giovani (3,4% rispetto allo 0,7% di chi ha più di 30 anni) che pur sapendo di doversi mettere alla guida sceglie di non limitare il consumo di alcol.