DI GIOVAN PAOLO (PD) “SI FACCIANO LE PRIMARIE SUI TEMI IMPORTANTI, SOLO DOPO SI DECIDA IL NOME DEL SEGRETARIO”.

 

Ospite del Riformista Tv, per la rubrica Sotto Torchio di Aldo Torchiaro, Roberto di Giovan Paolo, brillante saggista politico nonché ex senatore del Partito Democratico, ha parlato della crisi della sinistra e, nello specifico, della crisi del Pd.

 

Riformista Tv

 

Le elezioni sono andate molto male per la sinistra italiana. C’è qualche soluzione?

 

Sono dieci anni che il Pd governa senza aver vinto le elezioni. Questo non è un male in una Democrazia Parlamentare, in cui i numeri si decidono in Parlamento, dove i più affidabili vengono chiamati: questo però ti rende un esperto che sicuramente avrà problemi nel dialogare con il popolo. Bisogna rivedere i modi di comunicazione e ritrovare il contatto con il popolo.

 

Il protagonista di questa crisi è Enrico Letta. Gli errori sono stati di sistema a cui Letta non poteva opporsi?

 

Secondo me Letta non poteva fare più di tanto. L’unica cosa era forse spiegare cosa significa costruire il campo largo. Ecco, costruire il campo largo vuol dire che un giorno fai l’accordo con Conte e il giorno dopo no, che fai l’accordo con Italia Viva e poi non lo fai. Qual è l’oggetto della riflessione del Pd? Nel 2007 era il bipolarismo maggioritario, oggi, in un’Italia polverizzata, c’è una polverizzazione anche dei produttori: se il Pd non parla del lavoro non parla a nessuno.

 

Gli esponenti del Pd sono in grado di parlare a queste nuove categorie di lavoratori (dagli artigiani ai giovani con la partita iva)?

 

Bisogna aprire un ragionamento su questo, tonare a fare un Congresso – sono anni che non si fa un Congresso, nel Pd sono state fatte solo le Primarie – sarebbe un punto di partenza.

 

Le primarie si possono fare per eleggere un sindaco, non chi ci deve governare. C’è voglia di riappropriarsi di quel corpo politico che è poi stato disintermediato?

 

Le primarie non sono un bene o un male, così come le leggi elettorali non sono un bene o un male. È la politica che deve far scegliere le primarie per fare il sindaco e gli iscritti per fare il segretario. È ovvio però che bisogna parlare ai simpatizzanti, bisogna avere la forza di parlare anche agli altri. Bisogna tornare a parlare di grandi temi. Ad esempio, qual è la posizione del Pd sull’Ilva, cosa si fa sul rigassificatore? Si facciano le primarie sui temi, solo dopo si decida il nome del Segretario. E chi si candida si dimetta da incarichi istituzionali.

 

Questo fa piazza pulita di tutti quei sindaci, quei magistrati, governatori, presidenti di Regione.

 

Facciano bene il loro mestiere. Servirebbe anche di farla finita con il populismo, sì al finanziamento pubblico dei partiti perché ottempera alla Carta costituzionale, cioè permette ai partiti di fare le attività che ovviamente devono essere controllate e certificate. In Germania lo fanno da anni. Il Parlamento europeo dà un sacco di soldi per garantire l’attività dei partiti, basta fare le certificazioni non le cose finte come venivano fatte spesso in passato. Questo permette di dire che il segretario del partito è pagato per stare 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a disposizione del partito. E il partito torna a dettare la linea, non esiste che il parlamentare, quando non c’è questione di obiezione di coscienza, vota per conto suo. Il partito dà la linea e il gruppo parlamentare si adegua.

 

La lettera di intenti del segretario Letta agli iscritti, quel percorso a quattro tappe, la convince?

 

Mi convince in parte nel senso che non si può essere un po’ ministro e un po’ rivoluzionario.

 

Riassumendo, il Pd torni a parlare dei problemi del sociale, dellambiente, del lavoro, voti un programma di impegno rinnovato e sulla base di questo le dirigenze e solo in ultima istanza il segretario. Candidata alla segreteria del Pd è Elly Schlein, la vice di Bonaccini in Emilia Romagna. Un sondaggio dice che la maggior parte degli iscritti al Pd vedrebbe bene lei come segretario. Ma ci sono tanti altri nomi che potrebbero essere presi in considerazione.

 

Ci vuole un po’ di serietà, questo nome non va bene. Se qualcuno dice, ad esempio, che la pace fiscale e la rottamazione non sono provvedimenti a copertura dell’evasione, ma anzi la condizione per poter aiutare certe categorie, che succede? Mi sembra chiaro – ecco la premessa fondamentale – che alla segreteria non ci si candida al di fuori di una linea. Avrebbe senso che una politica anti demagogica venga poi rappresentata da chi alla demagogia si consegna? Torniamo ai contenuti.

 

Il video

https://video.ilriformista.it/pd-di-giovan-paolo-si-facciano-le-primarie-sui-temi-importanti-solo-dopo-si-decida-il-nome-del-segretario-e-chi-si-candida-si-dimetta-da-incarichi-istituzionali-28988/