Come fosse un ping-pong, dall’uno all’altro, a rimpallarsi. A dir il vero, uno dei due se ne sta in silenzio. Ma proprio questo ci permette di riflettere e di prendere il posto che spetta a chi resta volutamente afono. Politica e tecnica. La politica decide; la tecnica chiarisce la meccanica dei fatti.

Non solo a livello Nazionale, il passaggio tra le due sponde è stato piuttosto frequente in questo periodo, ma anche nel Friuli Venezia Giulia, proprio ieri, in sede di Consiglio regionale, si è manifestata un’esemplificazione piuttosto eloquente.

Si è trattato del problema della nave/ospedale. Quella che dovrebbe attraccare al molo di Trieste. Mi ha sorpreso sentire che l’indicazione fornita per una simile soluzione è stata rinviata alla voce dei tecnici. Questo mi ha sorpreso. Capisco che i tecnici sappiano come fronteggiare l’epidemia. Sono straconvinto che competa loro definire i farmaci più adatti. Che è sul loro tavolo il problema relativo alla definizione di un vaccino in grado di poterci immunizzare. E via via, cose di questo tipo.

Sono rimasto sorpreso perché, sia una nave o degli alberghi, non hanno a che vedere con aspetti di carattere tecnico. Non è che sulla nave si fanno terapie diverse o trattamenti diversi, da come si farebbero in altre strutture cittadine, i luoghi non sono sicuramente aspetti attinenti ai protocolli medici. A mio modesto parere, scegliere l’uno o l’altro, compete solo ed esclusivamente alla volontà politica.

Ora, scaricare su chi non dirà mai nulla in proposito, non mi è apparsa un’azione particolarmente nobile. Ed è per questo che sono spinto a prendere la voce di chi, per correttezza istituzionale, non ribalterà quella tesi. Qualcuno lo deve pur fare. Spero che tanti lo facciano. Magari senza scriverlo, ma in cuor loro lo pensino. Io invece, mi sento nel dovere di esplicitarlo.

Potrei avere anche torto. Nulla di strano. Ma almeno si potranno discutere posizioni controverse e tra loro opposte. E, come si sa, tutto ciò, fa sempre un gran bene a noi tutti.

Sono pertanto persuaso che l’idea della nave o di un altro possibile ricovero, sia solo in capo al politico. Si scelga una, o incamminarsi sull’altra strada, quella decisione spetta assolutamente a chi ha il compito politico di andare da una parte o dall’altra.

Non si può mai adoperare la sfera tecnica come luogo in cui scaricare le proprie responsabilità.

Non so cosa voi pensiate, ma un vostro contributo servirà senz’altro a gettare luce, su una vicenda piuttosto emblematica, una controversie che è maldestramente capitata tra il piano della politica e quello della scienza: quello della decisione e quello dello studio e della conoscenza.