Dibattito | Il centro, adesso è necessario tenere fermi i principi e i contenuti.

Nell’attuale situazione politica, compito dei dc e dei Popolari è quello di concorrere alla formazione di un centro politico nuovo

Giorgio Merlo con la sua ultima nota su questo blog (Il centro e le alleanze. Tema non aggirabilehttps://ildomaniditalia.eu/il-centro-e-le-alleanze-tema-non-aggirabile/), pone una questione cruciale, quale quella delle alleanze. Una questione che, tuttavia, posta in questa fase di ristrutturazione delle forze politiche e alla ricerca della nostra ricomposizione politica, rischia di creare più polemiche e divisioni che unità.

Esiste una parte rilevante dell’area cattolica democratica, liberale e cristiano sociale, espressione di quella parte importante di amici che potremmo definire “cristiani della morale”. Essa non accetterà mai una collaborazione con “un partito radicale di massa”, come il profilo del Pd disvela con la nuova segreteria di Elly Schlein. Eppure questa parte di amici ed elettori di area ex Dc e popolare è essenziale, se vogliamo ricomporre la nostra unità politica. Un’unità che non può che derivare dalla convivenza necessaria tra “cattolici della morale” e “cattolici del sociale”, come sempre è stato nella lunga stagione politica a guida democristiana.

Credo che premessa indispensabile per un rapporto non equivoco con questi amici, sia assumere come riferimento ideale e culturale l’idea che Alcide De Gasperi aveva del partito; la Dc come “partito di centro che guarda a sinistra”, formulata in un momento storico, dove il Pci di Togliatti era forma e sostanza assai diversa da quella del Pd attuale della Schlein.

Nell’attuale situazione politica, continuo a ritenere che compito dei dc e dei Popolari sia quello di concorrere alla formazione di un centro politico nuovo, ampio e plurale. Molti gli aggettivi che lo qualificano: laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, atlantista. Parliamo quindi di un centro alternativo alla destra nazionalista e sovranista, ma pure distinto e distante dalla sinistra, ora in affannosa ricerva della propria identità a seguito di tanti sbandamenti subiti con la scomparsa  del Pci.

Le alleanze per noi possibili, caro Merlo, non potranno che essere fatte con quanti intendono difendere e attuare integralmente la Costituzione repubblicana, partendo dal rispetto dei principi fondamentali in essa contenuti. La Carta è l’espressione del migliore compromesso etico, politico e culturale compiuto dai nostri padri costituenti come De Gasperi, Fanfani, La Pira, Dossetti, Lazzati, Gonella e Aldo Moro, con i partiti che assieme a loromposero le basi del nostro assetto costituzionale. Essenziale sarà trovare un accordo sulla legge elettorale, che per noi non potrà che essere di tipo proporzionale, con sbarramento e preferenza unica, e su un progetto di politica economica e finanziaria in grado di rispettare il principio del primato della politica sulla finanza e l’economia. Quel NOMA (Non Overlapping Magisteriae) che richiede, in primis, il ritorno alla legge bancaria del 1936, sempre difesa dalla Dc con Guido Carli alla guida di Banca d’Italia. Legge che garantiva la netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria, il superamento della quale è all’origine di tutti i problemi di subordinazione dell’economia reale alla finanza, della politica ai poteri dominanti, e delle gravi crisi finanziarie che, con frequenza settennale, si ripetono dal 2008 in poi.

Credo che su queste due premesse fondamentali sia opportuno e necessario, non solo favorire il nostro progetto di ricomposizione politica, su basi non equivoche, ma anche di individuare le alleanze più opportune e indispensabili per assumere un ruolo non di mera testimonianza politica, ma di concreta azione di governo. Pensare che tutto ciò possa nascere dall’alto, con metodo top down, per semplice accomodamento e compromesso di alcuni vertici, credo sarebbe miope ed errato, alla luce di ciò che abbiamo già sperimentato nel merito, nei lunghi anni della diaspora democristiana. Serve, certamente, una forte iniziativa dei responsabili nazionali dei diversi partiti e movimenti d’area che deve, però, esser sostenuta dal basso, con procedimento bottom up, come quello che, con i comitati civico popolari di partecipazione democratica, luoghi di incontro e di dialogo tra tutte le componenti ex Dc e popolari presenti nei territori, sapremo favorire e  organizzare.