Caro Direttore, tutto è sintetizzabile nel dovere che tutti noi abbiamo di ricordare che non possiamo mai “propter vitam vivendi perdere causas”. Certe scelte folli, delle quali ancora non avvertiamo tutta la gravità, sono state compiute con leggerezza modificando gli equilibri sapienti che i padri costituenti avevano introdotto nel nostro ordinamento. Sono scelte che già ora pesano negativamente sulla vicenda politica di questi giorni, grazie alla drastica riduzione del numero dei parlamentari. Non c’è rimedio alla follia! Questa legislatura sarà ricordata per tali scelte.

Si è introdotto un vulnus assai pericoloso alla nostra Costituzione.

Provo a rispondere a Ubaldo Alessi. Ho già recitato più volte pubblicamente il mio mea culpa per aver contribuito a suo tempo nel mio piccolo a favorire la creazione di quell’ircocervo che è il Pd. Ora l’opera di ricostruzione del “partito politico” nel nostro ordinamento è opera di tale momento che si può solo, anzi si deve iniziare, ché è impresa di carattere culturale e, perché tale, richiederà tante energie e per una lunga stagione. Del “partito politico” una democrazia non può fare a meno. Di tutti i partiti politici. Noi oggi abbiamo contribuito a distruggere tale istituto. Ora dobbiamo ricostruirlo. Che il Padre che è nei cieli ci aiuti!