Sarà beato don Giovanni Fornasini, il sacerdote partigiano che fu ucciso dai nazisti per averli accusati apertamente della strage di Marzabotto, dove morirono quasi 2mila persone. Lo ha deciso Papa Francesco autorizzando la Congregazione delle cause dei santi a emanare il decreto sul martirio in odio alla fede del prete ucciso.

“Ringrazio Papa Francesco – afferma l’arcivescovo card. Matteo Zuppi –per questo nuovo dono alla Chiesa di Bologna e ringrazio quanti hanno lavorato in questi anni per mettere in luce la storia esemplare dei martiri di Monte Sole. La sua e la loro memoria ci aiuterà a testimoniare nella prova la forza dell’amore di Dio e la vicinanza alla gente”.

Giovanni Remo Fornasini nacque il 23 febbraio 1915 a Pianaccio (Lizzano in Belvedere), da Angelo detto Anselmo e Maria Guccini. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1942 dal cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, viene nominato vicario della parrocchia di Sperticano, il 21 agosto 1942 diviene parroco. Il 25 luglio 1943 fa suonare a festa le campane, quando viene a conoscenza della destituzione di Mussolini, si impegna attivamente nella resistenza ed è vicino alla brigata partigiana “Stella Rossa”, difende come può dalle angherie dei nazisti la popolazione, riuscendo a salvare diversi parrocchiani.

Viene ucciso a bruciapelo a Casaglia di Caprara da un ufficiale tedesco accusato apertamente da Don Giovanni dei delitti compiuti a Marzabotto: il suo corpo decapitato verrà ritrovato alla fine dell’inverno.

La massima decorazione al valor militare gli è stata concessa con questa motivazione: “Nella sua parrocchia di Sperticano, dove gli uomini validi tutti combattevano sui monti per la libertà della Patria, fu luminoso esempio di cristiana carità. Pastore di vecchi, di madri, di spose, di bambini innocenti, più volte fece loro scudo della propria persona contro efferati massacri condotti dalle SS. germaniche, molte vite sottraendo all’eccidio e tutti incoraggiando, combattenti e famiglie, ad eroica resistenza. Arrestato e miracolosamente sfuggito a morte, subito riprese arditamente il suo posto di pastore e di soldato, prima tra le rovine e le stragi della sua Sperticano distrutta, poi a San Martino di Caprara dove, pure, si era abbattuta la furia del nemico. Voce della Fede e della Patria, osava rinfacciare fieramente al tedesco l’inumana strage di tanti deboli ed innocenti, richiamando anche su di sé le barbarie dell’invasore e venendo a sua volta abbattuto, lui Pastore, sopra il gregge che, con estremo coraggio, sempre aveva protetto e guidato con la pietà e con l’esempio”.