Draghi si è impadronito del centro, facendone un centro copernicano.

Il paradosso solo apparente è che più brilla il Sole di questo sistema – esso coincide con la sfera delle operazioni di Draghi – e meno sono visibili i pianeti che lo compongono.

Ciò che Draghi ha detto ieri a Glasgow alla stampa, rispondendo a una insidiosa domanda sullIndia, conferma che anche sulla scena internazionale, oltre che in quella della politica italiana, egli si colloca saldamente al centro. Un centro però è bene non farsi illusioni – copernicano, a cui ogni altro corpo politico gravità attorno. Arrivando al paradosso, solo apparente, che più brilla il Sole di questo sistema e meno sono visibili i pianeti che lo compongono. Fuori di metafora: più Draghi, e la sua ristrettissima cerchia delle persone di cui si fida, opera bene, ha uno stile e fa cose di centro, e più ciò contrasta con la qualità e il grado di progettualità effettivi del centro, e più in generale di gran parte del sistema politico.

Per chi vuol capire, Draghi ha costantemente fatto professione di ossequio a quei poteri che, evidentemente sono sovrastanti rispetto ai livelli degli stati nazionali e delle stesse organizzazioni internazionali. Ne ha ripetuto le parole dordine per trarne legittimazione. Cosa che gli consente un grado di autonomia impensabile per qualunque altro, e grande pragmatismo.

Dunque, è in questi spazi ottriati, permessi, concessi o tollerati da poteri più grandi di quelli istituzionali, nei quali Draghi si muove con grande abilità e consapevole realismo, che, a mio avviso, va calata la stategia del centro. Una strategia che per forza di cose in questa fase storica in gran parte si riduce in cure palliative per la classe media e nel lenire una agenda globale – digitale, sanitaria e ambientale – che, a dispetto degli slogan di cui si ammanta, appare insostenibile sul piano antropologico prima ancora che su quello sociale ed economico perché concepita da pochi, senza confronto democratico, senza tenere conto del punto di vista della stragrande maggioranza dellumanità.

Un centro che volesse cimentarsi sul serio in un progetto di società improntato allecologia integrale, pur nei limiti imposti dai poteri che sovrastano la politica, farebbe con ogni probabilità una cosa di cui c’è un fortissimo bisogno ma di cui, nei fatti, oltre le parole, pochissimi dimostrano di avvertirne la necessità e lurgenza.