La crisi dell’Occidente – già resa evidente sul piano militare e geo politico dalla recente fuga da Kabul – vive in questi giorni un capitolo drammatico.

Di fronte alla guerra aperta dalla Russia in Ucraina – che hanno sovvertito le fondamenta stesse del sistema di relazioni internazionali – temo che gli appelli alla “soluzione diplomatica” servano assai poco. Così come a poco sono serviti di fronte all’invasione tedesca dei Sudeti nel 1938. Anche allora – mutatis mutandis – le regole furono sovvertite, con una diabolica capacità di “narrazione” interna ed esterna. E anche allora  furono usate quasi le stesse parole usate da Putin: la Germania Nazista intervenne “a tutela dei cittadini tedeschi” residenti nella Cecoslovacchia e bisognosi di protezione da parte della “nazione madre”.

Sappiamo che l’iniziale pavidità delle altre Nazioni Europee lasciò campo libero per ciò che sarebbe poi successo. La vera domanda è: quanto è disposto a pagare oggi l’Occidente democratico per far valere i suoi principi? Nessuna vera, efficace e non simbolica sanzione contro la Russia è priva di pesanti conseguenze per l’economia occidentale ed europea in particolare. Ora, la difesa della Democrazia ha sempre un costo: con Putin può essere solo – speriamolo – un costo economico. Ma non esiste una soluzione a costo zero.

Siamo disposti (governi e cittadini) a pagarlo? E ancora, quanto è penetrata in Europa ed in America la tentazione della “ammirazione” verso un dittatore “geniale” (dice Trump) e “con le palle” (si dice nei bar) come Putin? E quanto è diffusa la pia illusione che, alla fine, tutto questo pasticcio “riguarda l’Ucraina” e basta? Siamo consapevoli di ciò che la guerra di Putin può comportare sul piano globale, con l’Europa ancora priva di sue strutture unitarie di politica estera e di difesa; con gli Stati Uniti in crisi drammatica di leadership mondiale; con la Cina che segue sorniona l’evolversi degli eventi, in attesa che l’Occidente sia costretto a cederle lo scettro del comando?

La crisi dell’Occidente – già resa evidente sul piano militare e geo politico dalla recente fuga da Kabul – vive in questi giorni un capitolo drammatico. E lo vive dovendo fare i conti con una pericolosa caduta del “carisma della democrazia” all’interno di larga parte delle proprie opinioni pubbliche. Una situazione di pericolosità inaudita. Siamone tutti consapevoli.