Nelle ultime settimane del 2020, il riacutizzarsi dei contagi nella maggior parte dei paesi ha reso necessarie nuove misure di contenimento che hanno frenato la ripresa economica internazionale. Il lockdown in molti casi è stato parziale, determinando effetti eterogenei nei settori produttivi. Le prospettive economiche globali continuano a essere dominate dall’incertezza legata all’evoluzione difficilmente prevedibile della pandemia. Tuttavia, l’avvio delle campagne di vaccinazione e la persistenza di diversi segnali di recupero definiscono uno scenario moderatamente favorevole. A ottobre, il commercio mondiale di merci in volume ha continuato a crescere (+0,7% in termini congiunturali, fonte: Central planning bureau), sebbene in netta decelerazione rispetto al mese precedente (+2,7%). Le prospettive, tuttavia, sono in peggioramento come segnalato dal PMI globale sui nuovi ordinativi all’export che a dicembre, dopo tre mesi di espansione, è tornato sotto la soglia di 50.

Nell’area euro, il graduale allentamento delle misure di chiusura delle attività a partire da maggio aveva favorito la ripresa dei ritmi produttivi. Il Pil era aumentato del 12,5% (-11,7% nel secondo trimestre). Tuttavia, negli ultimi mesi dell’anno la ripresa delle misure di contenimento ha condizionato l’evoluzione dell’economia soprattutto per il settore dei servizi.  Così a novembre, le vendite al dettaglio sono diminuite del 6,1% in termini congiunturali (+1,4% a ottobre).

I settori più colpiti sono stati il carburante per autotrazione e i prodotti non alimentari mentre gli alimentari hanno mostrato una flessione meno accentuata. Solo il settore dell’e-commerce risulta in espansione, mentre il tessile, abbigliamento e calzature è stato il più colpito dai vincoli amministrativi all’operatività degli esercizi commerciali. Il tasso di disoccupazione dell’area nel mese di novembre è sceso marginalmente attestandosi all’8,3%.

In Italia, gli indicatori congiunturali hanno mostrato un’evoluzione in linea con quella dell’area euro. A novembre, la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno segnato una flessione.

Segnali positivi hanno caratterizzato, invece, l’andamento del mercato del lavoro, con una ripresa della tendenza all’aumento dell’occupazione a cui si è accompagnata una decisa riduzione della disoccupazione.

A fine anno, si è attenuata la fase deflativa dei prezzi al consumo, come effetto di una minore deflazione per i beni energetici e di una moderata ripresa della core inflation.
Le aspettative per i prossimi mesi mantengono un elevato grado di incertezza, anche se a dicembre la fiducia di famiglie e imprese ha registrato un miglioramento.