Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Winston Churchill pronunciò una frase forse meno celebre di altre (come quella sulla “Cortina di Ferro”) ma non per questo meno importante. Secondo lo statista britannico, i Paesi vincitori della guerra avrebbero dovuto impegnarsi, per favorire la stabilità in Europa, a “vincere la pace”.

La pace presuppone un rapporto equilibrato sul piano nazionale e internazionale tra cultura e società, tra il piano dei valori, della ricerca del bene comune e della realizzazione delle strutture sociali. Oggi assistiamo ad uno stravolgimento sostanziale di questi rapporti: i valori tradizionali sono contestati, l’economia finanziaria assume sempre più la direzione dell’assetto sociale. Sul piano internazionale, l’attuale modello di globalizzazione, grazie alla crescita tecnologico-scientifica e dei mercati, accentua la crisi dei valori, soprattutto quelli comuni alle diverse culture e religioni. La politica perde sempre più di significato e cresce l’indifferenza nei confronti dei processi politici. Si nota il discredito nei confronti delle classi dirigenti, l’emergere di leader e partiti “populisti”, la protesta fino al rifiuto del suffragio elettorale (a favore della democrazia “diretta”). 

La società non appare più guidata dalla bussola del bene comune e diventa facile preda della concorrenza delle forze economiche più spregiudicate. La crisi di valori, le migrazioni di massa e le disuguaglianze sociali producono un’insicurezza crescente (anche identitaria) mettendo a rischio la convivenza sociale e la pace. Come uscirne? Fornendo nuove idee alla democrazia e sviluppando (in particolare nei giovani) la coscienza di essere parte di una Comunità di valori.

Tenendo presenti queste considerazioni, da alcuni anni l’Istituto Internazionale Jacques Maritain insieme alla Pontificia Università Lateranense propone una riflessione sul tema dell’Educazione alla Pace. Si tratta di un Corso interuniversitario (aperto alla partecipazione delle diverse Università romane, pontificie e laiche) quest’anno dedicato proprio al tema dei “Laboratori di Pace”.

Nella sessione inaugurale, che si terrà mercoledì 6 novembre alle ore 16.00 presso la Pontificia Università Lateranense, il neo-Arcivescovo S.E. Mons. Antoine Camilleri, Sottosegretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede e Presidente della Fondazione Mondo Unito, illustrerà come la diplomazia è la vera “arte del possibile” nella ricerca della pace. 

Le lezioni del Corso (per un totale di 13 appuntamenti), sono affidate a docenti di chiara fama ed esperti e affronteranno il tema della ricerca della pace attraverso approcci diversi (economico, giuridico, storico, sociale) ma accomunati dal “comune sentire” del desiderio di pace. Il Corso si rivolge a studenti universitari, come pure a persone interessate agli argomenti trattati.