Europa dono di Dio

Il caso Brexit ai lavori dell’assemblea plenaria della Comece

Articolo apparso sull’edizione odierna dell’Osservatore Romano 

«Non spetta alla Chiesa indicare soluzioni tecniche ma, come abbiamo ripetuto spesso, la Brexit non riuscirà a rompere la fraternità che esiste tra noi e i nostri fratelli britannici»: è quanto ha affermato l’arcivescovo di Lussemburgo, Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), aprendo ieri a Bruxelles l’assemblea plenaria. Il presule, riferisce Agensir, non ha nascosto che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea «continua a essere fonte di costante apprensione per il presente e il futuro», ma «non dobbiamo permettere che questo processo così difficoltoso possa impedire il nostro progredire in avanti».

L’incontro — a cui ha partecipato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, con il quale i vescovi si confronteranno sulla necessità di riscoprire l’identità comune basata sui valori cristiani — si è aperto dopo che da Londra era giunta la notizia che il parlamento britannico ha detto no anche all’ultimo tentativo del primo ministro Theresa May di salvare l’accordo con l’Ue dopo alcune concessioni ottenute l’11 marzo da Bruxelles.

Altro tema al centro del dibattito della Comece sono naturalmente le elezioni parlamentari europee che si svolgeranno dal 23 al 26 maggio. «Siamo convenuti qui in un tempo che non può non essere importante per il futuro del nostro amato continente», ha detto al riguardo monsignor Hollerich. Ciò che preoccupa l’episcopato europeo è quanto alcuni sondaggi già fanno presagire e, cioè, «un aumento delle voci politiche più estreme. Il modo caotico in cui si sta discutendo sulla Brexit — ha aggiunto il presidente — sta aggiungendo enfasi e incertezza al cruciale momento che il nostro continente e la gente stanno vivendo».

La Chiesa non ha soluzioni tecniche da suggerire né tantomeno “soluzioni-miracolo”: «La Chiesa — ribadisce l’arcivescovo di Lussemburgo — vuole essere presente: presente a livello di Unione europea, presente a livello nazionale e accanto alle persone, il più possibile». In tale contesto, l’appello lanciato dai vescovi a tutti i cittadini è di andare a votare. La Commissione degli episcopati dell’Unione europea è molto impegnata infatti in una campagna di sensibilizzazione al voto europeo. «Alla Chiesa — ha dichiarato al Sir padre Olivier Poquillon, segretario generale della Comece — sta a cuore la costruzione di un’Europa più inclusiva, un’economia di mercato sociale e un nuovo umanesimo cristiano e vuole che l’Europa continui a svolgere il suo ruolo anche nel mondo. I social — ha aggiunto — ci hanno abituato a ricercare risposte semplici a situazioni complesse e questo può creare frustrazioni».

Poquillon si dice convinto che, «se non andiamo a votare, altri lo faranno al posto nostro e, allora, non possiamo lamentarci se l’Europa prende una direzione che non condividiamo. Abbiamo un’occasione per influenzare le politiche dei prossimi cinque anni e di scegliere le persone e i volti a cui vogliamo affidare la nostra fiducia. Non si tratta di essere per o contro l’Europa. Dio ci ha messo in Europa. L’Europa è un dono di Dio». Il segretario generale si è soffermato a parlare anche della questione Brexit: «Assistiamo a una grande confusione. Siamo come nel caos prima della creazione del mondo. Un momento che può essere distruttivo, ma anche un’occasione per entrare in una nuova dinamica. E la Chiesa cattolica — sottolinea il responsabile della Comece — spera che si trovi una nuova dinamica tra i popoli che costituiscono l’Europa. Anche nel caso in cui si raggiunga un accordo, che sia soft o duro, noi tutti siamo destinati a vivere e a lavorare insieme rispettando le scelte e la diversità di ciascuno».

I vescovi riuniti a Bruxelles guardano dunque a Londra perché la Brexit «non è una questione solo britannica. Quando una parte del corpo è ferita, soffre e vive un momento di difficoltà, tutto il corpo soffre. Sul piano economico, per esempio, vediamo che sono i più deboli a essere colpiti». Agli uomini e alle donne che in questo momento stanno lavorando per determinare le clausole e i tempi di uscita del Regno Unito dall’Ue, padre Poquillon chiede di essere coraggiosi: «Si trovano ad affrontare una situazione inedita. Spero che l’unità prevalga, spero che la preoccupazione per il bene comune guidi le loro scelte e, in ogni caso, vorremmo dire che questa fraternità che esiste tra noi e loro, rimarrà sempre. Spero, dunque, che usciremo da questa crisi senza aver causato ferite irrimediabili».