Attenderci di più era, è e sarà un atteggiamento del tutto immaturo. Non ci si improvvisa. Soprattutto, quando il parto giunge inatteso e per opera di una divagazione estiva.

Un Governo serio si costituisce, non dico su basi solide e ben ponderate, ma, quanto meno, su pentagrammi non così improvvisati. Raccolto in fretta e in furia, perché obbligato dagli eventi, il Governo è nato storto. Nessuno riuscirà nel corso del tempo futuro a raddrizzare l’errore iniziale. E anche qui, come in tutte le leggi del mondo, si paga ciò che non ha avuto il tempo necessario per maturarsi a dovere.

Non dico che non si possano mettere assieme le parti del secondo Governo Conte, ma vivaddio per costruire una macchina efficiente bisogna pur armonizzare decentemente le parti. Quelli che pensavano al miracolo sono tanto creduloni quanto lo sono stati quelli che al primo di giugno 2018 hanno sorriso al varo del Conte uno. Almeno allora, si sono consumati, in riti più o meno sostanziali, in un arco di tempo di circa due mesi, mentre in questo ultimo caso tutto si è ristretto in un pugnetto di giorni.

Gli effetti già si vedono.

Il caso ILVA ne è una prova sacrosanta. Forse la prova che dimostra la canna ancora fumante. Il resto, sono cose abbastanza ordinarie: tasse, idee lanciate e poi ritirare; giravolte a non finire; cattivo gusto nel non saper nascondere le liti intestine.

Pensavamo che andasse, non dico sul velluto, ma scivolasse facilmente verso il 2020 e qui, invece, ci si avvita dannatamente in un ginepraio sconsiderato.

Adesso, non si tratta solo di registrare le mancanze e le difficoltà, adesso siamo invece entrati in un vortice pericoloso. Dovesse malauguratamente finire male la vicenda Tarantina, non sarà solo un colpo mortale per quella Regione ma avrà ripercussioni gravissime sull’intero tessuto economico nazionale.

Si sa come la produzione di acciaio sia indispensabile per la nostra industria meccanica. Ricordo che quest’ultimo è il fiore all’occhiello di tutta l’attività manifatturiera italiana. Saremmo costretti ad importare l’acciaio da altri Paesi e questo piegherebbe anche le gambe al settore più in vista della nostra Italia.

Sono giorni colmi di preoccupazione. Scongiuriamo che l’evento cada sul versante negativo e speriamo che sappiano recuperare la disgrazia che hanno provocato.

Come sempre, passivamente, siamo in attesa del destino che sta tra le dita di chi, oggi, sembra del tutto inadatto a governare il Paese.