Articolo a firma di Liliana Ocmin (edizione odierna di Conquiste del lavoro)

Durante questa estate rovente, oltre al solito triste spettacolo degli incendi a tutto campo, abbiamo assistito all’improvvisa crisi di governo a cui si è corso ai ripari dando vita ad un nuovo Esecutivo a guida PD, M5S e LEU, presieduto dal riconfermato Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Incassato il via libera del Parlamento, la nuova squadra di governo si appresta a realizzare il programma su cui le forze politiche in campo hanno trovato la quadra e si sono impegnati a portare avanti per tutta la durata del mandato.
Intanto, come donne, ci preme sottolineare il fatto che, nella fase dei lavori preparatori, abbiamo assistito al solito copione che ci restituisce ancora una volta, purtroppo, l’immagine di una politica che “predica bene e razzola male”, nel senso che, da sempre, specie quando c’è da proporre, discutere e programmare, la parola e le decisioni continuano ad essere lasciate solo ed esclusivamente agli uomini, come avvenuto anche di recente – episodio forse tra i più emblematici – al G7 di Chantilly in Francia dove i ministri delle finanze, i governatori delle banche centrali e i rappresentanti di organismi internazionali come Fmi e Ocse erano tutti uomini e, ironia della sorte, avevano al centro dell’agenda proprio il tema delle disuguaglianze di genere.

Se passiamo invece alle nomine di ministri e ministre le cose sono andate un po’ diversamente. Gli schieramenti, pur tenendosi come di prassi all’interno della quota del 30% circa, 7 ministre donne su 23 totali, questa volta hanno compiuto un salto di qualità, sostenendo la qualificata presenza femminile in dicasteri chiave. Si pensi, ad esempio, al Ministero dell’Interno e a quello del Lavoro, presenza che auspichiamo comporti anche, ciascuna nel proprio ambito di delega, una maggiore capacità di operare secondo una ormai sempre più necessaria visione di genere in ogni ambito.

Noi del Coordinamento nazionale donne abbiamo ripreso già da qualche settimana le nostre attività quotidiane e stiamo cercando di fare le nostre valutazioni sul programma del nuovo Esecutivo per capire le possibili strategie da mettere in atto rispetto alle problematiche femminili da affrontare. Nel programma di Governo non mancano i buoni propositi, anche se il tema delle donne va affrontato in maniera più esaustiva e in tutte le sue articolazioni. Tra le righe si legge che “occorre introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, recepire le direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata” e “promuovere una più efficace protezione dei diritti della persona e rimuovere tutte le forme di diseguaglianze (sociali, territoriali, di genere), che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese”.

Non c’è alcun riferimento, invece, ad esempio, sull’annosa questione della violenza, che continua ad occupare le prime pagine di cronaca e che ha portato negli ultimi giorni alla messa in discussione dell’efficacia della recente legge sul cosiddetto “codice rosso”, un provvedimento che come Coordinamento avevamo considerato complessivamente positivo, in particolare per l’introduzione di nuovi e specifici reati, tra cui il “revenge porn” e le lesioni permanenti al viso, ma comunque pervaso da una concezione solamente repressiva dei reati e poco attento agli aspetti culturali, per noi fondamentali al fine di prevenire e contrastare più efficacemente il fenomeno. Apprezziamo lo sforzo di elevare nuovamente le Pari Opportunità a dignità ministeriale, ciò che chiedevamo da tempo, e affidarle ad una Ministra, un segnale importante per dare alle tematiche femminili autonomia d’azione e interlocuzione diretta.

Approfittiamo per fare gli auguri di buon lavoro alla nuova Ministra, ribadendo la nostra disponibilità a collaborare per portare a termine sia le attività già in essere, a partire dal Piano operativo contro la violenza degli uomini sulle donne, e discutere insieme su altre importanti questioni, previste tra l’altro, come accennavamo innanzi, anche nel programma di Governo, quali lo sviluppo della conciliazione lavoro-vita privata e l’approvazione di una legge per la parità retributiva tra lavoratori e lavoratrici su cui esiste già una proposta CNEL depositata in Parlamento. Seguiremo, pertanto, con la massima attenzione di sempre, le azioni che in questo senso il Governo metterà in campo, con l’obiettivo di sollecitare quelle riforme di cui non solo le donne ma tutto il Paese hanno veramente bisogno.