Francesca Leoncini, “Giuliano Ferrara per D’Amato: un grande endorsement” | Intervista

In lista per la Pisana con il Terzo Polo, la consigliera comunale di Italia Viva, Francesca Leoncini, plaude all’endorsement del fondatore del Foglio a favore di Alessio D’Amato, candidato di una coalizione di centro-sinistra che nel Lazio fa a meno dei 5 Stelle.

David Tesoriere

Ebbene, Giuliano Ferrara è entrato in scena da par suo in questa campagna elettorale per la Regione Lazio. Sul Foglio di ieri ha scritto senza mezzi termini quale sia il suo pensiero: “Non votare per DAmato presidente a Roma mi pare una stranezza, una bizzarria, un azzardo”.  Che ne pensi tu che sei candidata per il Terzo Polo (Azione-Italia Viva)?

Non è difficile intuire dietro queste parole – un grande endorsement – una certa preoccupazione per le sorti della nostra regione. Ferrara dà voce a un mondo che tradizionalmente non vota a sinistra, ma rifugge da possibili involuzioni a destra. È un sentimento diffuso nella pubblica opinione, non ancora ben organizzato sul piano politico.

Nello specifico cosa vedi? È un messaggio ideologico, vale a dire politicamente pregiudiziale, quello del fondatore del Foglio?

No, Ferrara invita a un sano pragmatismo. Sostiene infatti che “nella gara l’assessore alla Salute del Lazio (D’Amato, ndr) porta, tra l’altro, una campagna di vaccinazione pressoché perfetta”. In questo modo riporta il confronto elettorale sul terreno della concretezza. Il suo è un contributo intelligente e prezioso: non dobbiamo accettare, in questo senso, che la competizione tra i candidati presidenti sia appesantita da un clima di provocazioni e sciatterie.

Eppure non si avverte il pathos che accompagna di regola una campagna elettorale. Sembra che prevalgano stanchezza e disillusione, almeno in questa fase. Non c’è il rischio che l’astensionismo si gonfi ulteriormente?

Anch’io noto che l’apatia, espressione di un disagio nascosto, rende più opaco il dialogo con gli elettori. Il momento politico non è dei più sereni. Non giova, poi, la crisi che attraversa il Partito democratico. Nel Lazio abbiamo costruito un’alleanza che mette al centro la cultura del riformismo. A sinistra, però, si vive con affanno la rottura con i 5 Stelle. Invece di mettere a valore lo sforzo che ha portato qui nel Lazio alla convergenza tra Pd e Terzo Polo, si esprime ancora sotto traccia un motivo di sofferenza per la rottura con Conte. 

D’altronde il voto si avvicina e questa fragilità della coalizione a sostegno di D’Amato frena la mobilitazione elettorale. La destra, già data per vincente, può solo guadagnare dalle incertezze del centro-sinistra.

Per questo l’appello di Ferrara – e torno al cuore della nostra conversazione – sprona tutti a “stringere” sulle cose che contano in campagna elettorale. Abbiamo un candidato presidente che può esibire grandi qualità di amministratore. Agli elettori, pertanto, deve arrivare una forte sollecitazone a non disperdere l’esperienza di governo da lui accumulata in questi cinque anni. Alessio D’Amato, se confortato da una coalizione motivata, è in grado di sottrarre spazio alla destra. Può vincere. Nulla è scontato quando a decidere sono le urne.