Olaf Scholz si insedia come nono cancelliere della Germania dal dopoguerra: il suo governo ‘semaforo’ si trova già ad affrontare sfide urgenti.

Antonio Villafranca 10

Olaf Scholz, leader dei Socialdemocratici e vincitore delle elezioni dello scorso settembre, si è insediato come nono cancelliere della Repubblica federale tedesca dal secondo dopoguerra. “Sarà un nuovo inizio per il nostro paese, io farò di tutto per riuscire”, ha detto il neocancelliere prendendo il testimone da Angela Merkel, protagonista assoluta della politica tedesca (ed europea) che si appresta a uscire di scena dopo 16 anni di governo. Il Bundestag, il parlamento tedesco, ha eletto Scholz cancelliere con 395 voti su 735. A 63 anni, il leader dei socialdemocratici diventa così il quarto cancelliere dell’Spd dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schroeder. Si troverà alla guida di un esperimento politico inedito: la cosiddetta coalizione ‘Semaforo’, costituita da Spd, Verdi e Liberali, i cui 16 ministri hanno prestato giuramento ieri diventando il primo governo tedesco a includere tante donne quanti uomini. Riguardo all’emergenza pandemica ancora in corso, Scholz ha sottolineato che “il passaggio di consegne avviene nel mezzo di una crisi non chiusa e questo comporta costanza e comunanza”. Ma nonostante i messaggi di continuità non c’è dubbio che la fine dell’era Merkel segni una svolta a Berlino e in Europa.

Prima la pandemia?

Il governo di Olaf Scholz ha piani ambiziosi per combattere il cambiamento climatico, eliminando il carbone e spingendo sulle energie rinnovabili, e dovrà preso concentrarsi sulle tensioni alla frontiera tra Russia e Ucraina, ma la sua priorità iniziale sarà senza dubbio la pandemia di coronavirus. La Germania si trova infatti nel pieno della quarta ondata di contagi. Le autorità sanitarie hanno registrato altri 69.601 casi nelle ultime 24 ore e altri 527 decessi, il numero più alto dallo scorso inverno. A fronte di un tasso di vaccinazione molto più basso rispetto ad altri paesi europei come Danimarca e Belgio, il nuovo cancelliere si è detto favorevole ad introdurre la vaccinazione obbligatoria per tutti. Ma anche coloro che sono disposti a vaccinarsi devono affrontare numerosi ostacoli: dalle lunghe code fuori dai centri di vaccinazione alla carenza di dosi vaccinali e personale medico. Un contesto generale in cui le tensioni sociali stanno aumentando: la scorsa settimana manifestanti no vax e anti-lockdown hanno tenuto una fiaccolata davanti alla casa del ministro della Sanità regionale della Sassonia. La protesta – rivendicata da alcune sigle dell’ultradestra – ha generato molto clamore ed è stata condannata dai principali partiti tedeschi.

Sfida economica

La seconda sfida che il governo si troverà ad affrontare riguarda l’economia: se Scholz il mese scorso ha promesso la “più grande modernizzazione industriale della Germania in più di 100 anni” e la sua coalizione sembra determinata a investire miliardi per rendere più verde l’economia tedesca e aggiornarne le infrastrutture, il quadro generale appare ben più cupo rispetto a quando l’Spd ha vinto le elezioni in settembre. I dati più recenti mostrano un crollo degli ordini di fabbrica molto maggiore di quanto previsto dagli analisti. L’industria è afflitta da carenze di materie prime e prodotti come i microchip, che hanno portato a colli di bottiglia nelle consegne e problemi di produzione nell’industria automobilistica. Nel frattempo, l’inflazione ha toccato il 6%, il livello più alto dai primi anni Novanta. Gli esperti ora ritengono che la Germania potrebbe impiegare più tempo rispetto all’intera zona euro per tornare ai livelli di crescita economica pre-pandemia. I gruppi imprenditoriali temono anche che le nuove restrizioni sui non vaccinati, introdotte il mese scorso, possano scoraggiare i consumi nel periodo prenatalizio.

 

*Antonio Villafranca, direttore della ricerca ISPI

 

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