In un paper pubblicato sul giornale scientifico Nature, Google ha affermato di aver tagliato il tanto atteso traguardo della “supremazia quantistica”, ossia un computer quantistico è riuscito a svolgere un calcolo che su un supercomputer tradizionale impiegherebbe una quantità di tempo incredibilmente esagerata.

La pubblicazione della ricerca sembra sgombrare il campo anche dalle polemiche che nelle settimane scorse avevano seguito la pubblicazione delle prime indiscrezioni a proposito del raggiungimento di questo significativo obiettivo ad opera dei ricercatori di Google.
Ma come funziona un computer quantistico?

Un sistema quantistico funziona in modo diverso rispetto a un normale computer.

Un computer tradizionale funziona eseguendo calcoli basandosi sui “bit”, unità di informazione che possono assumere due valori: 1 o 0.

Nei computer quantistici, invece, un singolo oggetto può comportarsi come una combinazione di due oggetti separati nello stesso momento. Sfruttando questa caratteristica, i ricercatori possono costruire un “qubit” (“quantum bit”), che può contenere una combinazione di 1 e 0. Due qubit possono quindi assumere quattro valori in una volta sola, e così via, con numeri che crescono esponenzialmente man mano che aumentano i qubit. L’aumento è tale da rendere un computer quantistico enormemente più veloce e potente dei computer che utilizziamo oggi basati sui bit.

Però, si legge su Nature:  “È necessario  molto lavoro prima che i computer quantistici diventino una realtà pratica. In particolare, dovranno essere sviluppati algoritmi che possono essere commercializzati e operanti sui rumorosi processori quantici su scala intermedia (soggetti a errori) che saranno disponibili a breve termine, e i ricercatori dovranno dimostrare protocolli robusti per la correzione di errori quantistici che consentiranno un funzionamento duraturo e tollerante ai guasti a lungo termine”.

“La dimostrazione di Arute e colleghi – continua l’articolo di Nature – ricorda in molti modi i primi voli dei fratelli Wright”.