L’incarico a Mario Draghi da parte del Presidente Mattarella è un grande segnale politico,  culturale, sociale e di governo. Una proposta di buon senso e saggia che certifica la fine della  maggioranza giallo/rossa da un lato e che, soprattutto, garantisce e rassicura l’Italia. Una scelta  che ha evitato un epilogo grave per la stessa tenuta del nostro sistema politico. Un epilogo che  poteva sfociare in una indecifrabile “rabbia” popolare. Perchè dopo lo sconcerto per una crisi di  governo surreale, grottesca e sempre più misteriosa provocata e pianificata dal capo di un piccolo  partitino personale nato in Parlamento, Italia Viva, si correva il serio rischio che accanto alla  “questione sociale” potesse esplodere anche e soprattutto una “protesta” popolare. Certo, nè  violenta nè volgare nè estremista nè radicale ma sempre di protesta popolare si sarebbe trattato.  Del resto, come può reagire un normale cittadino italiano che, ormai tutti i giorni e da quasi un  mese ascolta due notizie centrali e quasi esclusive in tutti i Tg e nei numerosi e svariati talk show?  E cioè, prosegue la crisi di governo e le conseguenti richieste di potere di Renzi da un lato e, al  contempo, la pandemia continua a mordere dall’altro. Dalla disoccupazione che aumenta in modo  esponenziale alla povertà che cresce sempre più vertiginosamente, da migliaia di piccole medie  aziende alla canna del gas al ritardo della campagna di vaccinazione e via discorrendo. Il tutto,  come ovvio, non veniva affrontato, e ovviamente neanche risolto, perchè si doveva attendere con  ansia le richieste di potere di Renzi: ovvero, ministeri, sottosegretariati e ruoli di sottogoverno.  

Ora, al di là delle richieste dei vari partiti, dei posizionamenti tattici e delle convenienze politiche  del momento – ovviamente il tutto avveniva al di fuori e al di là di qualsiasi visione di insieme e di  prospettiva di lungo respiro – non c’era alcuna minima attenzione a ciò che concretamente viveva  e respirava il cosiddetto paese reale. Ovvero, le preoccupazioni reali e non virtuali della stragrande  maggioranza dei cittadini italiani che venivano sistematicamente e strutturalmente sacrificate  sull’altare delle convenienze momentanee dei singoli capi partito. Nel caso specifico del capo di  Italia Viva a cui si aggiungevano le spregiudicate e spietate ambizioni di potere dei leader e dei  sotto leader dei partiti della ex maggioranza di governo.  

Adesso arriva Mario Draghi. Per il bene dell’Italia e per la salute del nostro sistema democratico.  Sotto il profilo politico cambierà molto. Se non tutto. A cominciare dal destino dei singoli partiti. In  particolare di quelli del centro sinistra e della maggioranza di governo uscente che ne escono  semplicemente distrutti e politicamente delegittimati. Al contempo, si rende sempre più  necessario il decollo di un “partito di centro” che sappia, in questi mesi, ricostruire anche e  soprattutto una “politica di centro”. Ma ci sarà tempo per parlarne. Per il momento non possiamo  che ringraziare, ancora una volta, il nostro Presidente della Repubblica e augurare buon lavoro al  futuro Presidente del Consiglio Mario Draghi. Altrochè le richieste di potere di Renzi e lo squallore  che ha caratterizzato questa politica negli ultimi tempi..