Il conservatore Kyriakos Mitsotakis ha vinto le elezioni parlamentari in Grecia e ha ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento. 

Così lo storico partito popolare greco – che aveva gestito la prima fase della crisi economica al governo, dal 2012 al 2015 – torna al potere dopo l’esaurimento della rivoluzione promessa da Tsipras.

Dovrà, però ora, muoversi velocemente per cogliere lo slancio positivo dato dalle elezioni e dovrà portare quel cambiamento, da lui più volte annunciato, in un paese dove il tasso di disoccupazione continua ad essere il più alto nell’area dell’euro al 18%, e dove la crescita è bassa.

E se vuole lasciare il segno nella storia greca dovrà come prima cosa assolvere tre compiti importanti: posti di lavoro, posti di lavoro e posti di lavoro.

Ma non è l’unica sfida difficile da affrontare. Il Primo Ministro si è impegnato a far crescere l’economia greca a un ritmo clamoroso del 4% l’anno (il doppio di quello attuale) già nei suoi primi 18 mesi di governo, ma è anche determinato a negoziare con Bruxelles per ottenere una riduzione dell’eccedenza di bilancio che l’Europa ora esige dal paese ellenico. Le condizioni imposte dai creditori obbligano la Grecia a mantenere un avanzo primario del 3,5%. Mitsotakis vuole abbassare quella percentuale, per dare un po ‘di ossigeno alla classe media, asfissiata dalle tasse.

Imposte che, a proposito, si è impegnato a ridurre: il 30% di tasse sugli immobili, il 20% di tasse sulle società, il 5% di contributi alla sicurezza sociale .

E  intende fare tutto senza tagliare l’assistenza sociale e sanitaria per i più svantaggiati, senza licenziare nel settore pubblico, senza tagliare le pensioni per i pensionati.

Come lo farà allora? Il suo obiettivo è di attirare 100 miliardi di euro di investimenti esteri in Grecia, realizzando importanti riforme per ottimizzare le risorse esistenti e combattere la corruzione e l’evasione fiscale.

Comunque se non dovesse riuscire ad attuare le sue promesse, il governo Mitsotakis correrà lo stesso rischio di  tutti i governi che si sono susseguiti in Grecia dall’inizio della crisi (sono sette): che non sarà rieletto per un secondo mandato.