Opportuna e realistica l’indicazione di Giorgio Merlo formulata nel suo ultimo articolo. Forse il primo passo per riproporre in modo credibile la nostra cultura politica è proprio quello di interrogarci ora sul dopo, se un dopo arriverà, e di impegnarci a fondo per evitare che una emergenza oggettiva possa trasformarsi col tempo in un golpe sanitario permanente, in una nuova strage di kulaki (la classe medio-bassa che sta iniziando ad andare a rotoli, e senza la quale il Popolarismo storicamente non c’è), ordita da grandi interessi di varia natura ma accomunati da una medesima avversione soprannaturale per non dire esoterica, a qualsiasi forma di umanesimo.

Purtroppo siamo, io per primo, troppo avvolti nella bambagia e distanti dal popolo per capire l’orrendità di ciò che sta succedendo attorno a noi in questi tempi. Temo proprio che il giudizio storico dei nostri posteri sul nostro filone politico sarà impietoso, se non troveremo presto il modo di riscattarci con i fatti.