I conti sono in ordine peccato che la notizia sia doppiamente falsa

È certamente immorale che lo Stato non sappia fare bene i suoi conti per poi prendersela con Bruxelles.

Articolo già apparso sulle pagine di Servire l’Italia

Negli ultimi decenni da tutti i governi, sia di centro-sinistra che di centro-destra, abbiamo spesso ascoltato questa frase rassicurante, di solito pronunciata dal Ministro del Tesoro di turno come risposta alle voci critiche dell’opposizione, sia di centro-sinistra che di centro-destra: “I conti sono in ordine, non c’è da preoccuparsi”. Peccato che questa affermazione sia sempre stata doppiamente falsa, perché non erano in ordine solo i conti “ufficiali” (entrate e uscite effettive dello Stato), ma ovviamente anche i conti “non ufficiali”, ossia gli impegni di spesa presi dalla P.A. e non ancora pagati alle imprese fornitrici dei prodotti e dei servizi, nonché ai cittadini (ad esempio per gli espropri di pubblica utilità). Famoso fu il solenne impegno preso da Renzi con Vespa nel 2015 e che ricordai nel flash del 14 febbraio 2016:

“Fra le tante promesse mancate da Renzi vi è il pellegrinaggio al Santuario del Monte Senario (a 20 Km. da Firenze). Lo aveva promesso un anno fa a Bruno Vespa nel corso di un ‘Porta a porta’. Vespa gli disse: ‘Non credo che lo Stato riuscirà a rimborsare quest’anno i 56 miliardi di debiti che deve alle piccole e medie imprese’. Renzi rispose: ‘Lo faremo entro il 21 settembre, giorno di S. Matteo. Se ciò non avverrà, prometto di andare a piedi da Firenze al Santuario del Monte Senario. Diversamente ci andrà lei’. Il Santuario è ancora in attesa di una gradita visita di Renzi e nel frattempo quel debito sta superando i 70 miliardi…”.

Che i conti siano (o che debbano essere) in ordine lo diceva anche il Ministro Tria, ma ieri ha in parte ceduto sul fronte dei rimborsi ai risparmiatori veneti frodati dalle banche, dopo aver sostenuto che tale pagamento avrebbe potuto esporlo a un rovinoso processo presso la Corte dei Conti in mancanza di una sentenza che attesti la frode. Ma è più rovinoso e immorale non rimborsare una supposta frode bancaria o ritardare per anni alle Pmi e ai cittadini il pagamento di quanto dovuto dallo Stato? Nel frattempo avvengono fallimenti e suicidi.

È certamente immorale che lo Stato non sappia fare bene i suoi conti per poi prendersela con Bruxelles. Dice Massimo Castaldo del M5S, Vice Presidente del Parlamento Europeo:

“I vincoli di bilancio imposti dalla UE hanno impedito investimenti pubblici per 5,3 miliardi dal 2012 a oggi. Vogliamo liberare queste risorse”. Nello stesso giorno Juncker ha sostenuto che negli ultimi 5 anni l’Italia ha ricevuto da Bruxelles ben 130 miliardi, molti dei quali non utilizzati per “incapacità tecnica”.

Più che “liberare risorse” (che non ci sono, se è vero che il disavanzo pubblico annuo sta superando i 30 miliardi e che i debiti non ancora contabilizzati sono di oltre 70 miliardi), l’Italia si dovrebbe liberare di politici e burocrati incapaci di ben gestire le risorse umane e finanziarie. Se questa incapacità tecnica fosse prevalente anche nel settore privato dell’economia, saremmo già falliti da tempo. Siamo invece ancora in piedi per una straordinaria capacità di resistenza delle Pmi. Ma è una resistenza che non potrà durare a lungo, se continueremo a credere alle false promesse degli incapaci, oggi votati da meno della metà degli elettori, se si calcolano anche le schede bianche e le schede annullate.