I dubbi sul richiamo ai cattolici democratici e popolari a stare nel Pd.

Cosa è destinato a diventare il Pd? Sicuramente un soggetto progressista, attento ai diritti civili, ma che relega i cattolici democratici e popolari in una sorta di riserva indiana.

Ho trovato molto interessante l’intervista ad Alessandro Albergamo (componente della segreteria provinciale bolognese del Pd) apparsa ieri sull’edizione locale de “La  Repubblica”. In particolare alcuni elementi meritano attenzione.

Il principale è senza dubbio l’alquanto acrobatica e provocatoria associazione che l’esponente democratico avanza tra la radicalità evangelica e quella della segretaria Schlein. Si apprezza lo sforzo profuso nel cercare di rendere credibile tale affermazione, ma il dubbio che pervade chi scrive è che la “radicalità” della neo segretaria del Pd sia in effetti un po’ più vicina a una sorta di “profetismo tardo-prodiano” che a na sensibilità propriamente evangelica.

Una radicalità, quindi, molto più associabile, o comunque meglio combinabile, con quel liberal-liberismo in salsa italica tradizionalmente sì generoso sul piano dei diritti civili (utili “contentini” individuali che non disturbano più di tanto chi detiene il timone), ma storicamente molto meno propenso alla tutela e promozione dei diritti sociali e alla lotta alle disuguaglianze socioeconomiche.

Di un approccio fortemente radicale per le politiche sociali e di contrasto alle disuguaglianze c’è sicuramente bisogno, ma forse è il caso di ricercare paradigmi realmente nuovi e dirompenti. Ovunque essi si stiano presentando. Sta e starà a noi a decodificare la sostanza delle visioni e delle concrete azioni dei soggetti presenti oggi sulla scena politica nazionale e prendere posizione con il coraggio necessario.

Un ulteriore elemento, che emerge dalle posizioni espresse, riguarda l’agibilità politica nel Pd attuale per i cattolici democratici. In particolare si sostiene che sarebbe “anacronistica l’idea di essere cattolici dentro un partito”. Ora, con il massimo rispetto, mi pare che questa posizione riveli molto di ciò che, anche a livello di federazioni locali, sia destinato legittimamente (e anche auspicabilmente per la chiarezza di contesto) a diventare il Pd: un soggetto sicuramente progressista, di sinistra e attento prioritariamente ai diritti civili, ma dove ai cattolici L viene garantita solo una piccola riserva indiana ad alto grado di (pura) testimonianza e a sovranità ben limitata.

Va da sè che l’appetibilità, o meno, di questa comoda (ma “inoffensiva”) collocazione non può che dipendere dagli obiettivi che un politico cattolico si vuole porre. E però un siffatto Pd può essere (e dovrà essere) un importante alleato in un campo autenticamente progressista per una forza alternativa che accolga con piena e vera dignità al suo interno la cultura e la tradizione cattolico democratica e popolare.

Infine, meritano  un plauso le analisi (mea culpa compresi) e le proposte concrete che Albergamo avanza riguardo all’emergenza casa: vanno nella giusta direzione e sono dirette ai giusti interlocutori. Caratteristiche purtroppo non così frequenti nell’attuale contesto.