I sogni diventano realtà quando sono condivisi. Messaggio del Card. Parolin per le Settimane Sociali di Francia

 

Non bisogna aver paura di sognare, perché se i sogni vengono condivisi possono diventare realtà. In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, il Papa si rivolge ai partecipanti al 95° incontro delle Settimane sociali di Francia che si tiene a Versailles e online da ieri, 26 novembre, fino a domenica 28 incoraggiandoli a lavorare per «formulare le piste di speranza di cui il mondo ha tanto bisogno». Pubblichiamo di seguito una traduzione dal francese del testo, così come riportata sull’Osservatore Romano di oggi 27 novembre 2021.

Card. Pietro Parolin

 

Signora Dominique Quinio,

Mentre inaugurate oggi il vostro incontro annuale 2021 delle Settimane Sociali, Sua Santità Papa Francesco è lieto di unirsi con il pensiero e con la preghiera a lei, così come a tutti coloro che parteciperanno alle riflessioni e ai dibattiti che si svolgeranno nei prossimi tre giorni.

Quest’anno avete scelto il tema: «Osiamo sognare il futuro. Prendersi cura degli uomini e della terra». A volte si rimprovera ai sognatori di non affrontare lo spessore del reale, ed è in effetti un rischio dal quale bisogna guardarsi.

Ma non dobbiamo aver paura di sognare, soprattutto se questo sogno è condiviso e nutrito insieme. Come l’esprimeva così bene dom Helder Camara, «quando si sogna da soli non è che un sogno; ma quando si sogna in tanti, è l’inizio di una nuova realtà». Permettetemi dunque di condividere con voi i sogni che il Santo Padre ha espresso nella sua esortazione apostolica Querida Amazonia, e che si applicano altrettanto bene al contesto del vostro incontro annuale. Noi dobbiamo sognare una società che «lotti per i diritti dei più poveri… dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa»; sognare una società «che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana»; sognare una società che «custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste» (n. 7); sognare infine una società che accolga il messaggio evangelico, ossia «l’annuncio di un Dio che ama infinitamente ogni essere umano, che ha manifestato pienamente questo amore in Cristo crocifisso per noi e risorto nella nostra vita» (n. 64). Questi sogni potranno divenire realtà solo se saranno condivisi. Pertanto il Santo Padre si rallegra degli scambi che vivrete in questi giorni, poiché essi sono parte di quella “cultura dell’incontro” che lui auspica vivamente.

La pandemia ha, in qualche modo, accelerato la presa di coscienza che i nostri stili di vita devono cambiare. È urgente pensare un futuro che invogli, che faccia vivere la speranza. Come cristiani è questa virtù così bella della speranza che possiamo offrire al mondo in questi tempi determinanti per il futuro. Essa è «una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. […] La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa» (Fratelli tutti, n. 55).

Il Santo Padre chiede al Signore di aprire i vostri cuori, di illuminare le vostre menti e d’ispirare i vostri scambi, affinché possano formulare le piste di speranza di cui il mondo ha tanto bisogno; che i vostri lavori sostengano, difendano e promuovano la cura del creato, delle persone più fragili, e lo sviluppo integrale di ognuno, anche nella sua fondamentale dimensione spirituale. Papa Francesco affida la fecondità del vostro incontro annuale all’intercessione della Vergine Maria e imparte a lei, signora Presidente, così come a tutti i partecipanti, la sua Benedizione e l’assicurazione della sua preghiera.