IL CASO LOMBARDIA: DOVE È FINITA LA POLITICA?

 

La scelta della Moratti di candidarsi a Presidente della Regione Lombardia avrebbe dovuto riaprire i giochi nel centro-sinistra. Invece il Terzo Polo ha colto l’occasione per mettere il cappello sulla candidatura e il Pd, per tutta risposta, ha spedito la palla in tribuna lanciando la proposta delle primarie di coalizione. È questa la politica?

 

Lorenzo Dellai

 

Non dovrebbe sfuggire a nessuno l’importanza generale delle prossime elezioni regionali in Lombardia. Dopo l’esito disastroso delle elezioni nazionali del 25 settembre, si sperava in un sussulto di intelligenza e di capacità politica da parte del variegato mondo del centro-sinistra.

 

In una Regione che la Destra considera un suo baluardo, è capitata come un fulmine a ciel sereno o quasi la decisione di Letizia Moratti di dimettersi da Vice Presidente e di avviare un suo autonomo percorso in vista delle prossime elezioni. Chiunque dotato di un minimo di giudizio avrebbe colto al balzo l’occasione.

 

Certo, la Moratti non ha il timbro di centro-sinistra, ma chiunque poteva capire che la sua decisione era destinata a rimettere in moto il quadro politico ed elettorale. Ed invece, il Terzo Polo ci ha già messo il cappello (dal suo punto di vista strettamente di parte, operazione astuta ma scarsamente utile per una vittoria finale) e il PD ha contro-proposto le “primarie di coalizione”.

 

Che equivale a buttare la palla in tribuna, essendo chiaro che oggi una coalizione non esiste a priori e che – nel poco tempo che rimane – è proprio attorno ad un candidato Presidente “anomalo” che si può costruirne una competitiva.

 

Ma dove è finita la “politica”, anche quella con la “p” minuscola?