La vicenda lascia intendere quale sia il dramma di chi fugge da Kabul. C’è necessità che l’Europa intervenga garantendo un coordinamento degli aiuti, per evitare in sostanza che la soluzione di singoli Stati consista nella semplice e brutale politica dei respingimenti.

Questo il drammatico appello di Adila, una giovane donna appartenente ad una famiglia cristiana a Kabul. Il padre è stato rapito (e sembra purtroppo ucciso) in questi giorni. 

Siamo in contatto indirettamente con loro tramite un mio caro amico afghano rifugiato  da anni a Roma ( dove si è laureato in diritto europeo!) Al quale dieci anni fa i talebani avevano  distrutto la famiglia perché di origine turkmena e cristiana.

Ho informato il Ministero degli Esteri ma so che l’ambasciata italiana sta seguendo in queste ore la evacuazione programmata degli italiani e degli afghani che hanno lavorato in  ambasciata.

Con la rete “Cultura Italiae “ si è lanciato un appello all’Italia perché si concedano visti a afghani in pericolo, ma cerchiamo anche di coinvolgere la Ue perché si coordonino gli sforzi e perché gli Stati membri non respingano più alle frontiere gli afghani in fuga.

L’impotenza è drammatica, insieme al senso del fallimento  di una Missione ventennale occidentale. Soprattutto con una uscita unilaterale degli Usa così…

Questa è la lettera:

Sono Adila ho 24 e sono una ragazza Afghana, figlia di una famiglia cristiana che vive in Afghanistan. Siamo 5 sorelle ed un fratello maschio più piccolo. Da giorni stiamo vivendo l’incubo della persecuzione da parte dei talebani nel nostro Paese, che come si sa sono arrivati anche a prendere d’assedio la città in cui vivo,Kabul. 

Per via della nostra cristianita mio padre è già stato rapito ed ora minacciano tutte le ragazze nubili a consegnarsi loro. Sono giorni di terrore e l’idea di finire nelle mani dei soldati mi terrorizza e crea ansia. Se dovessero mai arrivare a catturare me o altri componenti della mia famiglia preferisco morire. 

Ci siamo nascosti in uno scantinato nella speranza di essere trovati il più tardi possibile. Ma non si sa quanto a lungo riusciremo a proteggerci in questo modo. Prego chiunque delle autorità ad aiutarci a metterci in salvo da questa situazione che come me sta mettendo in pericolo tante altre famiglie, nonché ragazze cristiane.

[Tratto dalla pagina Facebook dell’autrice]