È stato inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini il documento conclusivo del Forum dell’arte contemporanea italiana, prodotto in oltre un mese di discussioni, dibattiti, confronti, e completato, dopo la plenaria del 30 maggio, dai coordinatori dei sei tavoli tematici che ne hanno costituito l’ossatura e dal board del Forum. Il documento sintetizza, inevitabilmente in modo parziale, l’enorme quantità di idee e strategie scaturite dalla partecipazione di centinaia di operatori ed esperti: artisti, direttori di istituzioni, curatrici e curatori, critici d’arte, galleristi, giornalisti, collezionisti, ma anche legali, politici, amministratori, ricercatori e attivisti che hanno dato luogo a questa “chiamata alle arti”, come è stata denominata l’edizione speciale del Forum svoltasi interamente online.

Nata con l’obiettivo di rispondere alla crisi economica e alla forte pressione a cui la pandemia di Covid-19 ha sottoposto il settore dell’arte contemporanea, dove la mancanza di interventi da parte del governo minaccia la sua stessa continuità di esistenza, il documento che ne consegue intende sollecitare il mondo politico a riconoscere l’importanza essenziale dell’arte contemporanea e dei suoi operatori. È un riconoscimento che non ha avuto bisogno di particolari sollecitazioni nelle nazioni più mature, come mostrano i pronti e massicci interventi voluti dai governanti di paesi come la Germania o gli Stati Uniti. Il documento cerca di avere uno sguardo lungimirante: punta a risolvere le problematiche contingenti, ma invita alla predisposizione di nuove regole e leggi che consentano di sopperire allo svantaggio strutturale del sistema dell’arte italiano rispetto a quello degli altri Paesi. Mira a rispondere all’urgenza, ma in un’ottica di riforma sostanziale del sistema di medio e lungo periodo.

Il documento (scaricabile online su forumartecontempornea.it/documenti), presenta tre tipologie di richieste al Governo:

  1. Interventi di sostegno urgente sia nei confronti delle istituzioni che degli operatori delle arti visive la cui attività è stata drammaticamente inficiata dalla crisi del Covid-19, superando le barriere burocratiche che rendono questi lavoratori – spesso temporanei, precari, freelance – poco circoscrivibili, così come la materia di cui si occupano. Con l’intenzione, che il Forum condivide con altri gruppi di interesse e associazioni, di lavorare nei prossimi mesi per definire i criteri di costituzione di un sistema professionale per i lavoratori delle arti visive e riconoscendo il sistema produttivo che l’arte contemporanea attiva, a cominciare dalle gallerie di ricerca.
  2. Avviare un New Deal culturale con l’intervento anche dei privati, argomento sul quale il documento presenta molti suggerimenti, ed in primis la necessità dell’estensione dell’Art Bonus a tutte le tipologie di attività e di organizzazioni di arte contemporanea. L’Art Bonus, introdotto nel 2014 dal Ministro Franceschini, che consente una detassazione pari al 65% per le erogazioni finalizzate ai beni culturali storici, è stato di recente esteso anche all’ambito dello spettacolo.
  3. Il Forum porta avanti anche una visione dell’arte come strumento di crescita sociale, legata a un’idea di welfare e di cura, vicina alle comunità, ai territori.  Per questo, per costruire un nuovo modello di Paese, richiede con forza che i rappresentanti del mondo dell’arte vengano chiamati a sedersi ai tavoli di discussione necessari per sviluppare le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno per pensare a un prossimo rilancio, anche in vista dell’ottenimento del Recovery Fund europeo.

Non mancano altre proposte, tra cui emerge la riforma dell’Italian Council, ovvero quello strumento di sostegno e produzione dell’arte italiana di cui il Ministero si è dotato nel 2016, anche grazie allo stimolo del primo Forum per l’arte contemporanea italiana svoltosi a Prato l’anno precedente, e che ora ha avviato un percorso di revisione, sotto lo stimolo del tavolo di lavoro ad esso specificamente dedicato, teso a semplificare le procedure e ad allargare la tipologia di progetti che può esserne supportata.