Il mio ricordo di Ombretta Fumagalli Carulli

Affrontó il problema del debito dei paesi del terzo mondo portando all’Onu il grande tema della giustizia sociale

Ho conosciuto Ombretta Fumagalli Carulli fin dal 1987 quando fece il suo ingresso a Montecitorio nella decima legislatura dopo il mandato parlamentare al consiglio Superiore della Magistratura.
Entró in Parlamento nel pieno della maturità con un forte bagaglio di esperienza professionale.

Era docente di diritto canonico alla Universita Cattolica. Eppure in quella sua prima legislatura fu impegnata nel duro lavoro istruttorio delle Commissioni: dalla Giustizia alla Giunta delle Autorizzazioni a procedere per finire alla Commissione Antimafia guidata da Gerardo Chiaromonte. E non mancó di manifestare nelle sedi interne le sue forti preoccupazioni rispetto ai tentativi palesi ed occulti di criminalizzare la storia della Dc associandola a connivenze con la mafia. Un giorno, in una riunione interna espresse una posizione dura, durissima come sanno fare le donne forti dei loro convincimenti, anche scontrandosi con uomini e donne del suo stesso partito. Si avvalse della collaborazione femminile di Fiorella Pellegrini che aveva una grandissima esperienza maturata con Amos Zanibelli per tanto tempo Vicepresidente del gruppo Dc. Quindi un tandem al femminile molto solido e determinato.

Dunque nella Dc prima si maturava nell’esercizio delle funzioni parlamentari, poi si veniva catapultati in funzioni di governo. Questa era la regola che premiava il lavoro parlamentare.
Non proprio come oggi dove assistiamo alla investitura di personaggi collocati in posti di responsabilità di governo senza alcuna esperienza e conoscenza professionale. Poi Ombretta verrà la chiamata al Governo, prima in quello Ciampi al Dicastero delle Poste, poi alla Protezione Civile nel governo D’Alema dove portò innovazione e modernità, quindi alla sanità nel governo Amato due.

Mi piace ricordare il suo forte impegno per l’Intergruppo parlamentare che partito nel 1998 in occasione del ventennale del pontificato di Papa Wojtyla, in occasione del giubileo del 2000 determinò la costituzione di cinquanta intergruppi di cinque continenti. In 7.000 saranno in Vaticano nel segno di Thomas Moore per il Giubileo dei rappresentanti del popolo.

Poi l’Intergruppo affrontó il problema del debito dei paesi del terzo mondo portando all’Onu il grande tema della giustizia sociale e del dialogo tra i popoli. Era una questione affrontata scientificamente dal grande economista Luigi Pasinetti fin negli anni ottanta.
È anche il segno della forza della cultura cattolica e della Cattolica che sa guardare ai problemi planetari privilegiando il bene comune agli egoismi.