Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Il Mondo rischia una crisi planetaria che tutte le persone di buon senso auspicano non sfoci in qualcosa che non vogliono nemmeno immaginare.
L’Europa si dibatte in una serie di convulsioni che gli europeisti di tutti i Paese sperano siano di crescita e non di implosione.

L’Italia è sempre più avvolta nelle spire di un populismo putrescente e di un nazional-sovranismo incolto,incompetente ed irresponsabile.
Il Partito Democratico di Zingaretti vive momenti difficili e contraddittori,confuso tra il senso di responsabilità di governo e la percezione della insignificanza della sua proposta politica nel confronto con un alleato di governo spesso improbabile.

Il Partito Democratico di Roma tenta faticosamente di recuperare una posizione politica dignitosa nella città e nei confronti dei cittadini e lavora ad una riorganizzazione strutturale ed alla individuazione di una linea politica che impegnano alcuni dei suoi uomini migliori a tutti i livelli al fine di ripresentarsi credibilmente all’elettorato della Capitale come seria e concreta alternativa alla tragicomica gestione di Virginia Raggi ed alle avventuristiche aspirazioni della Destra nazional-leghista.

Roma è sommersa di rifiuti che continua a produrre ed a non sapere dove collocare e come smaltire e deve registrare ormai il collasso del trasporto pubblico tra stazioni metro chiuse,mezzi che si incendiano, attese interminabili alle fermate ATAC e linee ferroviarie locali inefficienti che non si sa a chi far gestire.
In questo contesto alcuni zuzzurelloni, al momento operativi soltanto nel VI Municipio,sembra abbiano deciso di mettersi a giocare con le tessere del Partito Democratico, avviando, nella prospettiva del prossimo Congresso della Federazione di Roma del Partito,una campagna di tesseramento online che non trova riscontri e precedenti , per i tempi e per i modi, in nessuna altra circostanza analoga del passato del Partito Democratico.

In via del tutto incidentale,forse sarebbe utile anche ricordare che il VI Municipio,quello delle Torri,che si estende tra la via Prenestina e la Via Casilina ed oltre,nella periferia Sud-Est della città, è il territorio nel quale il Partito Democratico raccoglie ormai da anni il minor di consensi in termini assoluti nella città,scendendo a percentuali risibili per un partito che aspiri a confermare o a riottenere il governo della Capitale,della Regione e del Paese.
Il tutto in un quadrante della città che fa registrare uno dei più alti tassi di presenza di immigrati e di consensi al partito di Grillo, Di Maio e Casaleggio che nel 2016 risultò particolarmente attrattivo per un elettorato che in buona parte,in tempi diversi, sarebbe stato definito di sottoproletariato urbano.

Appresa la notizia di tali manovre, spacciate in un post su Fb, per “un segnale di cambiamento”richiesto dai cittadini, un Parlamentare del Partito Democratico ha espresso,invece, la sua severa opinione sulla capacità di cambiare da parte del suo Partito,stigmatizzando la strumentalità di certi comportamenti.
Giusepe Fioroni,fondatore e storico dirigente del Partito Democratici,sulla scorta del suo intervento all’ultimo Convegno di Base Riformista,a sua volta ha denunciato sulla stampa nazionale “pratiche che si pensava appartenessero al passato” sulle quali “Zingaretti non può rimanere silente”, e bene ha fatto,ad intervenire tempestivamente sui social il Segretario Regionale, il Senatore Bruno Astorre,richiamando all’ordine tutti e ciascuno,in particolare bloccando il passo a quanti sembrano voler considerare il Partito Democratico di Roma “terra di conquista” in questo caso e una proprietà privata in altre circostanze.

Il Partito Regionale è una forza politica popolare, plurale ed inclusiva, e deve proseguire nel suo percorso riformatore e modernizzatore della politica italiana, mai concedendo spazio a riti ed atteggiamenti che si richiamino ad un passato,anche non remoto, che appartiene, appunto,alla categoria delle cose passate.
Noi siamo in sintonia con il Segretario Regionale e con la sua idea di partito aperto,visto come comunità partecipata di uomini e donne uniti da un più generale “idem sentire” di fondo.

Una concezione che si inveri,però, in una pratica politica corretta e rispettosa delle varie sensibilità presenti all’interno di una forza politica che vuole tornare grande e che,pertanto, non può e non deve non assicurare cittadinanza a qualunque forma di espressione interna che non si muova supinamente nell’alveo di un pensiero unico che potrebbe apparire, in prospettiva, angusto ed asfittico, e magari registrare con favore i movimenti di un “turismo politico” di ritorno di scarsa affidabilità e di ancora minore tollerabilità in considerazione delle trascorse dinamiche interne al Partito Democratico stesso del VI Municipio di Roma ed altrove.

Ed a Roma e nel Lazio i rispettivi Segretari ed Organi dirigenti sono i garanti indiscussi e responsabili di questa idea di partito,come hanno confermato anche sul numero odierno di “la Repubblica”.