Uno studio pubblicato su ‘Science’ dal team de La Jolla Institute for Immunology, spiega quello che è denominato l’effetto raffreddore. Gli anticorpi sviluppati dopo essere stati infettati dal coronavirus del raffreddore sembrerebbero reagire anche contro il virus pandemico Sars-Cov-2.

Ricerche recenti avevano evidenziato la presenza di risposte delle cellule T specifiche a Sars-CoV-2 in persone non esposte al virus. Un aspetto che aveva incuriosito i ricercatori. Ora gli immunologi Usa mostrano che queste risposte derivano in parte dalla memoria sviluppata dalle cellule T contro i coronavirus del comune raffreddore.

All’inizio di quest’anno, i ricercatori che hanno studiato la risposta immunitaria adattiva a Sars-CoV-2 in diverse coorti di pazienti, avevano rilevato cellule T CD4 + reattive al Sars-CoV-2 nel 50% delle persone del campione studiato che non erano state esposte al virus. L’ipotesi era che questa immunità preesistente fosse dovuta alla memoria delle cellule T rispetto ai coronavirus del raffreddore umano comune (HCoVs), che condividono una sequenza parziale con Sars-CoV-2.

Gli autori hanno scoperto così una gamma di cellule T cross-reattive sia per Sars-CoV-2 che per i comuni coronavirus del raffreddore (HCoV-OC43, HcoV-229E, HCoV-NL63 e HcoV-HKU1). Sulla base del loro lavoro, i ricercatori suggeriscono che è plausibile ipotizzare che un’esposizione preesistente ai virus del raffreddore possa contribuire alle variazioni della gravità della malattia nei pazienti con Covid-19.