Il risveglio del Parlamento

Ieri in Senato si è levata alta la voce di Luigi Zanda.

Ieri in Senato si è levata alta la voce di Luigi Zanda. È stato un intervento che è andato al di lá dei contenuti pur rilevanti in esame che non dimentichiamo riguardavano i numeri del Def e lo scostamento del Bilancio. Sono previsioni drammatiche rispetto al Pil, alla mortalità delle aziende, ai consumi delle famiglie, alla occupazione, alla tenuta sociale del Paese. Ha opportunamente sottolineato le parole di Marta Cartabia, presidente della Corte Costituzionale.

Luigi Zanda, per cultura e per esperienza parlamentare ha voluto richiamare il ruolo del Parlamento rispetto alle scelte debordanti del Governo Conte che ha provocato una rottura nell’equilibrio di poteri sui principi delle libertà costituzionalmente garantite.

Lo ha fatto con toni fermi ma preoccupati, difendendo la storia del Parlamento di fronte a campagne populiste denigratorie che hanno finito per delegittimarlo progressivamente. L’intervento di Zanda era anche rivolto al suo partito il PD a prendere coraggio, a uscire dalle secche, a ritrovare il sentiero della sua storia che ha guardato al Parlamento come luogo della centralità politica sulle grandi scelte politiche, economiche e costituzionali.
Zanda ha gettato un sasso nelle acque stagnanti che si sono mosse con una piccola onda provocando iniziali apprezzamenti. C’è da augurarsi che l’onda si alzi e che possano suscitare ancora più larghi consensi affinché i decreti all’esame del Parlamento possano essere corretti adeguatamente recuperando l’indispensabile riequilibrio tra potere legislativo ed Esecutivo.

Non basta l’emendamento Ceccanti con il pallido parere preventivo su DPCM. C’è bisogno di qualcosa di più! Forza Zanda.