Non si può condannare la violenza, ma “far finta” d’ignorare al tempo stesso le cause e le motivazioni che ne rendono odiosa – oltre che pericolosa per la convivenza democratica – l’espressione scomposta e ruvida sulle piazze. La destra si ripara dietro formule che danno il senso di quanto sia ancora imbarazzante il rapporto con alcune frange estremiste. 

Il silenzio o le mezze frasi, il ma, insomma la mancanza di limpidità del panorama politico, fino a giungere alla sconcertante frase della Meloni “non conosco la matrice di ciò che è accaduto” e ai distinguo di Salvini, rende tutto difficile e pericoloso per la nostra democrazia. Per fortuna c’è il nostro grande presidente Mattarella, pronto a dire chiaro e tondo che è ora della fermezza e della severità.

Cosa vogliamo aspettare oltre ciò che è accaduto? Un altro “Matteotti”? Vogliamo imitare la pavidità dell’allora re che svendette la nazione a quattro scalmanati, quando sarebbe stato sufficiente un manipolo di soldati per rispedirli nelle loro tane, risparmiando distruzione e morte al Paese? 

È il momento del coraggio e della fermezza, subito sciogliere tutte le formazioni che si richiamano al fascismo e alla violenza e usare il pugno duro verso chi pensa che la connivenza sia la furbizia per ottenere consensi. E qui si deve accendere – con rispetto, ma in spirito di verità – un focus sulla magistratura che ha avuto “il coraggio” di affibbiare 13 anni a Mimmo Lucano: ora che farà con i delinquenti (direi terroristi) che assaltano le istituzioni? 

Mai come oggi la nostra democrazia ha bisogno di tutto il Paese per essere protetta e rafforzata, ogni limite è stato superato. La politica e il Parlamento hanno l’occasione di riscatto, di mostrare l’alto mandato di cui sono soggetti attivi. Tutti intorno alla bandiera e al nostro presidente Mattarella. 

Forza!