Infante, brutti segnali: torna strisciante l’apologia di fascismo

La parte drammatica è , così, richiamata da quei servitori dello Stato che ignorano la XII esima Disposizione transitoria  della Carta costituzionale

E’ davvero difficile intervenire in maniera equilibrata su cose comiche e patetiche, ma al tempo stesso drammatiche, come quelle legate ai brutti segnali che giungono per la presenza dei gruppetti di fascisti intenzionati  a ripresentare una storia sepolta da crimini efferati, da servilismo filo nazista, da vuota retorica di potenza e di superomismo post nicciano.

Si rischia di sottovalutare o sopravvalutare fatti che colpiscono in ogni caso  e portano ad interrogarsi su che razza di paese si sia venuto sviluppando sotto i nostri occhi, soprattutto grazie a vera e propria ignoranza,  autentica mancanza di equilibrio e di senso storico, delirio onirico e innata spinta alla violenza ed alla prepotenza.

Comicità, pateticità e drammaticità coesistono nel vedere le imprese di quanti dovrebbero ben sapere come l’esperienza  cui si richiamano, macchia indelebile sul nostro passato, sia stata irrimediabilmente sconfitta dai fatti e poi ripudiata dalla nostra Costituzione e di come, proprio per repulsione nei suoi confronti,  il mondo intero abbia progressivamente fatto propria la Carta dei diritti dell’uomo.

Eppure “ quattro gatti” ancora provano a rinverdire i Fasci nonostante, con la croce uncinata, essi richiamino una delle pagine più indecorose e disumane delle nostre vicende nazionali ed europee.

Il problema, ovviamente,  non sono loro ed il loro carico di problemi da affidare ad esperti di psicoanalisi, più che ai politologi. Tanto sono incapaci persino di riflettere su quanto non rappresentino più niente, visto che il loro vero serbatoio elettorale organizzato raggiunga ogni volta poche migliaia di voti. Questa è la parte patetica e comica del ragionamento.

La parte drammatica comincia là dove si deve constatare che c’è chi li coccola, li vezzeggia , li copre e quanti sono coloro che riempiono pagine di giornale sul loro nulla.  L’obiettivo è chiaro: utilizzare questa manovalanza per tenere comunque vive le pulsioni razziste, antisemite, xenofobe, sempre utili da accarezzare al momento opportuno. Un tempo, era sfruttata per tenere viva ed utilizzare la teoria degli opposti estremisti.

Lo sanno bene i familiari delle vittime cadute sotto il piombo dei terroristi neo fascisti. Un piombo non diverso da quello dei brigatisti rossi. Piombo utilizzato lungo un paio di insanguinati decenni  per minare la nostra democrazia.

La parte drammatica è , così, richiamata da quei servitori dello Stato che ignorano la XII esima Disposizione transitoria  della Carta costituzionale, nonostante su quella carta abbiano giurato al momento di diventare Prefetti o qualcos’altro.

Che dire poi di magistrati che giustificano l’ingiustificabile: la nascita dei Fasci del lavoro, con tanto di fascio littorio nel simbolo, non si configura come ricostituzione del partito fascista? Solo perché non è direttamente menzionato il termine in questione? E’ davvero possibile che per questi magistrati ciò non significhi niente? Non hanno studiato i processi ad Ordine nuovo? Neppure quello si definiva direttamente partito fascista.

Così, l’auspicio è che i vertici istituzionali intervengano con fermezza a mettere i puntini sulle i e dimostrare coerenza con il loro giuramento sulla Carta; che il Csm e il Procuratore generale di Cassazione esaminino il comportamento di certi magistrati , magari anche solo per ricordare loro che prendono lo stipendio grazie alle tasse pagate dalla stragrande maggioranza di 60 milioni di italiani che non vogliono più avere niente a che fare con il fascismo.

E’ il minimo essenziale per pretendere che tutti rispettino le leggi.

Se si comincia , infatti, a tollerare che persino la Costituzione possa essere stravolta e dimenticata come è poi possibile aspettarsi da tutti senso di responsabilità ed una convinta adesione al consapevole sentirsi parte di una comunità?

Parlo della necessità di intervento da parte delle istituzioni perché mi rendo conto di quanto sia troppo chiederlo a certi politici. Anche ai nuovi che,  a volte, sembrano più vecchi dei vecchi. Nel loro Dna, anche di quanti volevano cambiare il mondo, sembrano avere solo la ricerca del consenso a basso costo e di fronte a questo sacrificano ogni scatto di orgoglio personale e di dignità pubblica.