Dopo il voto delle elezioni regionali e amministrative appena trascorse credo sia ancora più chiaro che la politica deve ripartire dai territori, punto di snodo delle esigenze dei cittadini e delle imprese, che vivono il quotidiano e meritano amministrazioni all’altezza.

Per prima cosa dobbiamo guardare alla qualità delle scelte da fare per far tornare a crescere ogni singolo comune, provincia o regione, che fino ad ora hanno visto disparità di trattamento troppo grandi per essere accettate.

Pensiamo solo ai famosi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per quanto riguarda la sanità, che non sono garantiti uniformemente sull’intero suolo nazionale, lasciando indietro intere regioni e quindi milioni di cittadini. Se c’è una cosa che questa emergenza ci ha insegnato (se ancora ce non si era capito), è che le cure ed una sanità efficiente sono il bene prezioso, da preservare, proteggere e incrementare. Per non parlare della medicina del territorio, che ha subito forti tagli e ricevuto poca attenzione, a danno delle popolazioni.

Tutto riparte dagli investimenti sui nostri tanti e diversi territori, ognuno unico, con panorami e opere invidiate dal mondo intero.

Mettere in rete imprese e territori, con la creazione di infrastrutture moderne e funzionanti, ridurre il gap che colpevolmente si è lasciato crescere tra le strutture pubbliche presenti al sud (molte sono comunque eccellenze) e quelle che sono al nord. Far crescere il paese, collegandolo grazie alla creazione della sempre più necessaria banda larga, richiesta ormai in un mondo che cambia giorno dopo giorno ed affronta le sfide di un mondo del lavoro che cambia nelle forme e nei contenuti.

Oggi abbiamo l’opportunità di creare qualcosa di duraturo con i fondi in arrivo dall’Europa. Dobbiamo creare un sistema di investimenti pubblici che sappia far ripartire l’offerta, senza fare interventi che abbiano il corto respiro della vita di un governo.

Non dimentichiamo poi l’urgenza di ripensare tutto il sistema dell’istruzione, che deve essere modernizzato e ripensato. Il lavoro di oggi va avanti e le competenze dei nostri ragazzi non possono restare indietro. Ma per fare questo bisogna avere coraggio. Il coraggio di mettere risorse sul settore che porta risultati a più lungo termine in assoluto.

Per fare questo ci servono idee chiare, con progetti certi e condivisi, elaborati e poi portati avanti da buone amministrazioni ed enti locali.

Nel 2021 avremo un appuntamento importantissimo: l’elezione del Sindaco di Roma. Occasione elettorale di importanza strategica non solo per la Capitale, ma per il paese intero.

Se parliamo della Capitale d’Italia dobbiamo parlare necessariamente di turismo.

Uno dei settori che sta subendo in modo più grave le conseguenze della crisi attuale. Quel turismo (il turismo è la prima industria italiana), che fino a poco tempo fa era allo stesso tempo comparto di punta ed occasione mancata per una Capitale d’Italia da quasi cinque anni ostaggio di un’amministrazione statica e senza visione.

La crisi, nella sua gravissima drammaticità, ci dà però l’occasione di riflettere sugli errori fatti fino a questo momento e sulle tante occasioni mancate per Roma e per l’Italia. Non possiamo pensare di rialzarci per correre se prima non facciamo entrare nel corpo dello Stato e delle amministrazioni locali una visione rinnovata che non ragioni per compartimenti stagni, ma guardi all’investimento come ad un ponte tra i vari settori, che solo insieme ed in rete possono salvarsi e salvarci.

Un corpo riparte se la sua testa funziona bene. Roma tra meno di un anno ha l’occasione di tornare a ragionare e ad essere perno propulsore per un paese che ha da sempre tutte le risorse umane, morali e culturali per tornare a correre. Non i centometri, ma una affascinante maratona, che ci dia la possibilità di dare una nuova forma al presente per iniziare a scrivere il futuro