Ipotesi di “lavoro”

 

Qual è il modello scelto per procedere all’abbassamento dell’Irpef? Quello scelto dal governo non appare convincente.

 

Gianfranco Moretton

 

Ci sono diversi modi per affrontare il tema. Non c’è un unico modello. Probabilmente chi l’ha pensato, Mario Draghi e il suo Governo, avrà soppesato ogni variante e, se ha scelto il modello che abbiamo letto sui quotidiani, non escludo che abbiano discusso a sufficienza per mettere nero su bianco le norme che riguardano l’abbassamento dell’Irpef.

 

A conti fatti, per quello che ho cercato di capire, analizzando le notizie sommarie che mi sono giunte, mi sarei atteso un’altra impostazione.

 

Preciso subito che siamo di fronte a una proposta, la quale dovrà essere esaminata in Parlamento e magari potrà subire modifiche, visto che si tratta di un capitolo importantissimo della prossima legge di bilancio italiana. Che cos’è che avrei accolto con maggior soddisfazione? Che l’abbassamento delle tasse riguardasse soprattutto i lavoratori a più basso reddito e che la misura potesse essere così volta a offrire più denaro in busta paga a questi e liberasse anche risorse per le imprese, cosa che comunque è prevista, al fine di potenziare lo sviluppo di quest’ultime.

 

Potrei sbagliarmi, ma dai veloci calcoli che ho fatto, verrebbero esclusi, dal beneficio, i lavoratori con reddito annuale inferiore ai 26 mila euro. E questo mi suona stonato. Sempre con un sommario calcolo fatto da uno che non è un ragioniere, beneficiati sarebbero quelli che, grosso modo, percepirebbero al netto, mille trecento euro al mese. Detto ciò, c’è una bella quantità di persone che chiude il mese con busta paga più asciutta e che sarebbe in questo caso, esclusa dalla manovra.

 

Ribadisco, può essere che abbia interpretato e letto male, che abbia fatto i calcoli in modo del tutto sbagliato e che invece, le cose non stiano così. Voi capite che sto semplicemente ipotizzando una via, ma che magari, qualcuno più abile di me, mi smentirebbe e io ne sarei con ciò felicissimo. Ecco, il motivo per il quale sono stato spinto a scrivere questa breve nota, e proprio quest’ultima, il desiderio che qualcuno ribalti la frittata e dica esattamente l’opposto; ossia, che i beneficiati della norma siano anche quelli che io ho ipotizzato essere stati messi fuori porta.

 

Infine, potessi dare un suggerimento a chi sta lassù in alto, direi di seguire la seguente indicazione: sia la proporzione inversa matrice della scelta e non la proporzione diretta e cioè dare di più a chi a meno e dare di meno a chi ha più.