IRAN: QUESTIONI DI DONNA. FEMMINICIDI, DITTATURA E UN AMORE MANCATO.

I prigionieri restituiti dal carcere - in Iran non si scherza - raccontano di essere stati costretti a violentarsi l’un l’altro. Cose da nulla. È da poco passato il Natale. Masoumeh, una donna, rinascerà. Il regime questa volta non potrà opporsi.

I prigionieri restituiti dal carcere – in Iran non si scherza – raccontano di essere stati costretti a violentarsi lun laltro. Cose da nulla. È da poco passato il Natale. Masoumeh, una donna, rinascerà. Il regime questa volta non potrà opporsi.

Giovanni Federico

Il padre della medicina psicosomatica, Georg Groddeck, sostiene che “la donna non conosce limiti al pensiero, non si adatta a nessun sistema, non è stata ancora scoperta, è enigmatica, sorprendente. L’uomo perisce, ma la donna è eterna”. Evidentemente il suo pensiero non vale in tutte le parti del mondo.

Di Masoumeh è sufficiente il nome per dire della sua bellezza. Vuol dire “innocente” o, se piacesse di più, colei che è “senza peccato”. Almeno così avrebbe dovuto essere. Da scriteriata, ha protestato levandosi il velo, per farsi vedere bene in faccia. Ha inveito contro la morte di altre coetanee come Nika, “la vittoria”, che per capriccio, secondo le autorità, è crepata volando da un palazzo, non avendo altro di meglio da fare nella vita. Un’altra ragazza sconfitta, insieme a Masha Amini e chissà a quante altre ancora.

Masoumeh ha solo 14 anni, l’inquieta età dell’adolescenza, quella in cui ci si nutre, si cresce e si sviluppa. Al legno giovane va legato un solido tutore in modo che non cresca storto. Nel suo caso non hanno potuto attendere tanto, spendendosi in rieducazione e rinsavimento. Condotta in un carcere, l’hanno violentata chissà come e chissà in quanti. Hanno aperto con violenza la sua carne, fino ad abbattere le porte della sua anima, su in alto, varcando ogni spazio per invaderla di sana dottrina, ovunque occupandola in modo che non restasse neppure un angolo, uno spiraglio di sua libertà. L’hanno frollata in tempi stretti fino a spezzarne nervi e filamenti, d’istinto reattivi di resistenza.

Pare che stupro derivi dalla radice “stud” che declina in ottundere. Altri più gentili preferiscono pensare a “stup” che mira piuttosto verso lo stupore. Da sempre, nel male, è richiesta la perfezione della meraviglia. Per certo a Masoumeh questa non è stata risparmiata. Ogni regime deve avere episodi nobili da narrare. Vico, non uno sprovveduto, commentava: “avendo tutte le storie gentilesche somiglianti incominciamenti favolosi, come certamente la romana, che da uno stupro d’una Vestale incomincia…”. In Iran ci sono arrivati un po’ in ritardo, ma stanno recuperando il tempo perduto.

Dopo aver messo il punto sull’ultima pagina, il potere ha restituito Masoumeh alla madre. Portata in ospedale, la ragazzina è morta per gravi emorragie vaginali. Il buon Dio non si è ripetuto. Di miracoli della emorroissa ne è bastato uno. Avesse replicato il prodigio, avrebbe poi dovuto provvedere a cancellare la mente di Masoumeh, zeppa di ricordi e di orchi. Sarebbe stata altra violenza ancora. Le cose vanno fatte per benino. È sparita anche la madre che minacciava di denunciare al mondo il misfatto. Può darsi la puniscano per il doppio, responsabile per una figlia impudente e scellerata.

Hanno arrestato anche Taraneh Alidoosti, una delle più famose attrici iraniane. L’accusa è di aver “pubblicato contenuti falsi e distorti e incitato al caos”. Il caos è essere aperti, spalancati, e solo il regime ha il diritto di procedere in tal senso. Nel disordine degli elementi possono nascere fermenti nuovi. Questo è del tutto inconcepibile. Taraneh significa “canzone”. Nessuno può cantare note fuori dal pentagramma governativo. Giorni fa l’hanno rilasciata, forse per la logica difensiva del “molto rumor per nulla”.

I prigionieri restituiti dal carcere raccontano di essere stati costretti a violentarsi l’un l’altro. Cose da nulla. È giusto che si mischino ad arte, che si cementino reciprocamente la pelle e il sangue, invischiandosi all’impossibile. Impareranno cosa significa star tra loro, facendo comunella.

È da poco passato il Natale, ancora fresco il suo strale di santità e il sangue dei morti. Masoumeh rinascerà. Il regime questa volta non potrà opporsi.