Sta capitando la cosa peggiore, e cioè la guerra nella regione che noi abbiamo sempre ritenuto la regione Santa. E il territorio con la più grande densità di tensioni sul piano religioso. Quindi, nella radice più profonda dei popoli.

La situazione è sempre stata complessa, difficile e quasi impossibile da risolversi. Dovremmo sempre ricordarci le guerre medioevali della cosiddetta liberazione di Gerusalemme.

Ora, dalla soluzione del secondo conflitto mondiale, l’occidente ha ritagliato un territorio chiamato Israele, tale da consentire agli ebrei che lo volessero, di ritornare nella terra d’origine. Ricordiamoci la Shoah e la tremenda vergogna dei totalitarismi che avevano, con la loro inaudita violenza, fatto subire agli ebrei dei vari Paesi del.nostro continente.

C’è anche, perché non si può assolutamente scordare, il diritto dei Palestinesi di vivere in quelle terre. Quindi, la tensione vissuta tra le due realtà, è sempre rimasta un problema enorme in quella regione; regione, ricordiamolo, delicatissima per le relazioni internazionali che lì si concentrano.

Oggi, purtroppo, siamo di fronte ad una escalation. Pericolosissimo momento, per mille ragioni di politica internazionale. Non si tratta solo dell’inaccettabile azione militare. Questo vale tanto per i Palestinesi, che sembrano essere stati i primi a dar fuoco alle polveri, che per gli Israeliani che, è universalmente risaputo essere l’esercito più attrezzato nel mondo.

Noi non possiamo che essere fortemente preoccupati. Non solo perché respingiamo qualsiasi azione violenta, di guerra, di lancio di bombe, di atrocità compiute anche sui bambini, ma sul pericolo che questo conflitto non sia pretesto per altre ritorsioni che coinvolgano altri Paesi medio orientali. Penso alla Siria, all’Iran, alla Turchia, all’Arabia Saudita, all’Egitto. Tutto questo, tra l’altro, fa scintillare pure interessi economici e militari dei Paese più potenti e in questo caso, non possiamo non citare gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.

La nostra riflessione deve pertanto far alzare la voce a tutta l’Europa perché cessi immediatamente il conflitto, riconsegnando agli anziani, ai giovani, alle donne e ai bambini una tranquillità che è stata ed è messa a dura prova in questi ultimi giorni.

Parteggiare per uno o per l’altro significa essere ciechi. Per. noi europei non solo non deve essere concesso, ma dobbiamo mettere in atto tutte le misure politiche internazionali perché si ristabilisca immediatamente la pace in medio oriente.