Nel terzo trimestre 2020 il rapporto deficit-Pil è balzato al 9,4% dal 2,2% nello stesso trimestre del 2019. Lo rende noto l’Istat, spiegando che “in termini assoluti, il peggioramento dei saldi è dovuto sia alla riduzione delle entrate sia al consistente aumento delle uscite, legato alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti dell’emergenza economica e sanitaria su famiglie e imprese”.

Nello specifico le uscite totali nel terzo trimestre 2020 sono aumentate del 10,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019 e la loro incidenza sul Pil (pari al 53,1%) è aumentata in termini tendenziali di 7,1 punti percentuali. Nei primi nove mesi del 2020 la relativa incidenza è stata pari al 55,2%, in aumento di 8,3 punti percentuali rispetto al
corrispondente periodo del 2019.

Le uscite correnti hanno registrato, nel terzo trimestre 2020, un aumento tendenziale del 5,3% dovuto principalmente all’incremento delle prestazioni sociali in denaro (+10,9%), mentre le uscite in conto capitale sono cresciute in termini tendenziali del 77,4%  per effetto delle misure straordinarie a favore delle imprese messe in atto dalle AP per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria.

Le entrate totali nel terzo trimestre 2020 si sono ridotte in termini tendenziali del 4,8% e la loro incidenza sul Pil è stata del 43,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2019 .
Nei primi tre trimestri dell’anno, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 45,1%, in diminuzione di 1 punto percentuale rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Le entrate correnti nel terzo trimestre 2020 hanno segnato, in termini tendenziali, una riduzione del 4,9% a fronte di un aumento delle entrate in conto capitale dell’8,5% . La pressione fiscale si è ridotta di 0,4 punti percentuali passando dal 39,7% del Pil nel terzo trimestre 2019 al 39,3% nel terzo trimestre del 2020.

Quindi complessivamente, nei primi tre trimestri del 2020 le AP hanno registrato un indebitamento netto pari al 10,1% del Pil, in deciso aumento rispetto al 2,8% del corrispondente periodo del 2019. In termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente al -6,5% (+0,5% nello stesso
periodo del 2019) e al -5,7% (+0,3% nel corrispondente periodo del 2019). Nei primi nove mesi dell’anno la pressione fiscale si attesta al 39,9% del Pil, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al 39,4 del 2019, per la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-7,5%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (-8,7%).

Mentre per quanto riguarda le famiglie nel terzo trimestre 2020 il reddito disponibile lordo è aumentato del 6,3% in termini nominali e del 6,6% in termini reali (potere d’acquisto). Rispetto al terzo trimestre del 2019 il reddito lordo disponibile è invece diminuito dello 0,6% .

Nello stesso periodo, la spesa per consumi finali delle famiglie è aumentata in termini nominali del 12,1%, determinando una flessione della propensione al risparmio di 4,4 punti percentuali (14,6%, da 19,0% nel trimestre precedente).

Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2020 è stato pari al 6,0%, 1,5 punti percentuali più alto rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi del 43,2% e del già segnalato aumento del 6,3% del reddito lordo disponibile .