Joe Biden: “Dobbiamo arrivare a sera tutti insieme, e svegliarci di nuovo tutti insieme”.

Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente degli Usa. Pochi minuti dopo ha pronunciato il suo primo discorso nelle vesti di nuovo inquilino della Casa Bianca

Cari tutti, questo è il giorno dell’America, della democrazia. Riguarda tutti noi: la storia, la speranza, il rinnovamento, l’essere decisi per andare avanti. Abbiamo raccolto la sfida. Oggi siamo qui non per festeggiare, ma per parlare di una causa: quella della democrazia, che riguarda tutti noi.

Abbiamo appreso che la democrazia è veramente preziosa. Capiamo anche come possa essere fragile. Avete visto la violenza di qualche giorno fa, che ha scosso le fondamenta della nostra nazione. In questo momento mi sto occupando di un trasferimento di potere che deve essere pacifico. Devo ringraziare i miei predecessori, lo faccio dal profondo del cuore. Faccio riferimento alla resilienza della nostra Costituzione, la forza di questa nazione. Ho appena giurato. Ho fatto un giuramento come altri patrioti, come il primo presidente, George Washington. La storia americana non dipende dai singoli, ma dal popolo. Questa è una grande nazione. Siamo brave persone. Secolo dopo secolo siamo arrivati a questo momento. Affronteremo il futuro con senso di urgenza perché davanti a noi abbiamo significative possibilità.

C’è molto da ricostruire. Sono poche le persone che nella nostra storia hanno avuto davanti una sfida simile, così difficile. Il virus ha mietuto così tante vittime, più della guerra. Adesso ci serve giustizia, velocità, il sogno della giustizia non può essere rimandato. Dobbiamo combattere contro il virus per la nostra sopravvivenza. Combattiamo la supremazia bianca, il terrorismo domestico. Dobbiamo essere forti.

Riusciremo a garantire un futuro migliore per l’America. Bisogna avere fede nella nostra democrazia, serve unità. Nel 1863 Lincoln volle essere ricordato per la creazione dello stato, la nostra anima è ancora quella di una volta, per unire tutti noi. Unitevi a me. Evitiamo di rimanere senza speranza. Possiamo restituire il lavoro a chi l’ha perso, educare i nostri figli, garantire una più equa copertura sanitaria. La nostra storia è sempre stata una lotta. Ci sono realtà che nessuno vuole vedere: timore, razzismo, che ci hanno strappato l’animo. La guerra civile, la Seconda guerra mondiale, l’11 settembre. Ma molti di noi si sono dati la mano e hanno combattuto. I nostri avi ci fanno vedere come raggiungere l’unità. Diamoci una mano, smettiamo di combattere l’unità, altrimenti non può esserci pace. Questo è un momento storico, il momento di raccogliere le sfide, e l’unità può salvarci. Facciamolo come Stati Uniti d’America.

Mostriamo il rispetto nei confronti dell’altro. Non ci servono guerre, armi, dobbiamo solo rispettare gli altri. Il disaccordo non deve trasformarsi in guerra, dobbiamo abbracciare le altre culture, non le manipolazioni. Creiamo noi la cultura che vogliamo. L’America è migliore di quella che vedo in questo momento. Il Campidoglio l’abbiamo completato nella guerra civile, ci siamo riusciti, guardate questi luoghi, dove King ha parlato del suo sogno, ricordatevi 180 anni fa cos’è successo, le donne che lottavano per i loro diritti, oggi abbiamo una vicepresidente donna di origine giamaicana e indiana. Non ditemi che non è un cambiamento. Siamo qui, dopo aver visto le violenze dei giorni scorsi, a cercare di rispettare un terreno sacro. Cose simili non succederanno più. Io sarò il presidente di tutti gli americani. Opportunità, sicurezza, dignità, rispetto, onore, verità saranno le parole chiave. C’è chi non riesce a pagare il mutuo, l’assicurazione: arriveranno cambiamenti. Non dobbiamo trincerarci in due campi di battaglia. Cercheremo di capire come risolvere i problemi di ognuno di noi. Dobbiamo aiutarci l’uno con l’altro, dobbiamo vedere questo paese come un’unica nazione.

Dobbiamo arrivare a sera tutti insieme, e svegliarci di nuovo tutti insieme. Seguitemi in un momento di preghiera, da dedicare ai 400mila americani che abbiamo perso per la pandemia. Madri, padri, figli, amici, vicini di casa. Onore a loro.

Che io possa diventare il nuovo rappresentante di questa nazione. Abbiamo l’obbligo nei confronti dei nostri figli di dare loro un mondo migliore. Siamo noi in questo momento a scrivere un nuovo capitolo della storia americana e del mondo. Io ti darò il meglio che ho, America. Una storia fatta di speranza, non timore; di luce, non buio; una storia di cura, guarigione. Lo faremo per la democrazia, la verità, la giustizia. Dio protegga l’America e la benedica, e benedica anche le nostre truppe. Grazie America”.